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La Calabria è un bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno?
Abusando della metafora, si deve essere ottimisti o pessimisti del nostro “stato delle cose”?
Se ne è discusso presso il Museo della Liquirizia Amarelli, in un originale incontro organizzato dalla sede calabrese del gruppo “Studio 60 – Jureka srl”, società di comunicazione e marketing, in collaborazione con “il Quotidiano della Calabria”, “il Crotonese”, “Jonica Radio”, “Esperia Tv”, Camera di commercio di Cosenza, azienda “iGreco”, “Barbieri Group”, e “Amarelli”.
Comunicare la Calabria ed i calabresi, fuori dai soliti stereotipi, è un imperativo categorico.
E per farlo bene, senza cioè causare danni, è necessario il coinvolgimento e la partecipazione di tutti, dall’operaio all’impiegato, dal professionista al titolare di azienda.
Al colloquio aperto a tutti i contributi, e senza la solita “scaletta” preordinata, hanno partecipato qualificate aziende del territorio, giornalisti ed esperti in comunicazione, semplici, ed importanti, “uditori” e tanta gente che frettolosamente definiamo “comune”. Insomma, una fetta consistente della cosiddetta società civile.
Gran mattatore dell’evento è stato Oscar Gastaldi, uno dei responsabili dell’agenzia organizzatrice, che ha stupito per la sua verve brillante e sempre fuori dai temi stucchevoli e fastidiosi dei dibattiti di maniera ove ciascuno pensa di dover “insegnare” qualcosa a qualcuno.
Il padrone di casa, Fortunato Amarelli, ha plaudito l’iniziativa “che rompe gli schemi abituali”.
È ora, sintetizziamo brutalmente la summa del divertente colloquio, che tutti si diano davvero da fare. È necessario scavare dentro se stessi, senza fingere sapendo che gli altri fingono di credere alla nostra finzione.
Dunque, giù la maschera, e che si guardi, assieme, senza ipocrisie, agli obiettivi comuni che solo collaborando si possono raggiungere.
Ma quali sono questi obiettivi?
Innanzitutto credere in se stessi e ne proprio orgoglio, nella propria calabresità.
E poi fare rete, nella convinzione che la Calabria vera non è quella descritta dalla stampa dei padroni che, a loro volta, coordinano servi sciocchi per restituire della nostra terra un’immagine deturpata.
La Calabria ed i calabresi sono un’altra cosa e questo “essere” bisogna comunicarlo nel migliore dei modi: solo così si può crescere.
Un ruolo determinante lo rivestono le attività produttive del territorio che hanno voglia e capacità di espandersi nei mercati nazionali ed esteri, ma anche le mille piccole realtà d’eccellenza, a cominciare dalle strutture turistiche e d’accoglienza sino ai servizi che hanno l’urgenza di scommettere sulla qualità.
Alla fine, Oscar Gastaldi, il “mattatore” piemontese innamorato della Calabria, riesce a galvanizzare gli animi: insieme ce la possiamo fare.
E parte l’idea, accolta da tutti, di iniziare una campagna di comunicazione, grazie alla disponibilità dei media, che coinvolga la Calabria migliore.
Se ne parlerà nel secondo incontro previsto l’11 ottobre ad Altomonte, nella magnifica reggia di barbieri, il concentrato calabrese per eccellenza.
Il bicchiere comincia a riempirsi.
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