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Revocata dal Gip del Tribunale di Rossano la misura cautelare carceraria per i due rossanesi B.V. classe 1980 e G.V. classe 1985, assistiti e difesi dagli avvocati Ettore Zagarese e Giuseppe Vena, che erano stati tratti a giudizio perché, in concorso tra loro mediante minacce di morte reiterate nel tempo, si procuravano un ingiusto profitto ovvero la corresponsione, non dovuta ed a più riprese, da parte della parte offesa della somma complessiva di € 10.000,00 circa e poi sempre mediante reiterate minacce di morte all’indirizzo della parte offesa e, in un’occasione, anche della moglie di quest’ultimo, compivano atti idonei diretti in modo non equivoco a farsi consegnare somme non dovute e così a procurarsi un ingiusto profitto con pari danno per la vittima, quantificato in € 90.000 non riuscendo nell’intento per cause indipendenti dalla loro volontà quali il rifiuto della vittima che presentava denuncia
presso le locali Forze dell’Ordine.
All’udienza di convalida ed interrogatorio di garanzia i due uomini erano assistiti e difesi dagli avvocati Ettore Zagarese e Giuseppe Vena, entrambi del Foro di Rossano, e chiedevano di sottoporsi ad essere interrogati spiegando al giudice che gli importi richiesti non erano richieste estorsive bensì crediti avanzati da pregressi rapporti economici; tesi rafforzata dagli avvocati Ettore Zagarese e Giuseppe Vena che a comprova producevano documentazione cartacea e chiedevano di revocare la misura cautelare carceraria e di non emetterne alcuna, atteso che non si configuravano, negli episodi, i delitti di estorsione ma tutt’al più il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni che non permetteva di applicare alcuna misura cautelare.
Il Gip udite le arringhe degli avvocati Ettore Zagarese e Giuseppe Vena ne accoglieva la tesi difensiva e revocava la misura cautelare in carcere.
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