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La sala rossa di Palazzo San Bernardino, nel cuore della Rossano antica, ha ospitato una lodevole iniziativa posta in essere dall’Associazione 25 aprile Marco De Simone, dalla Fondazione Pietro Alò e dall’UILCEM Calabria con il patrocinio morale del Comune Assessorato ai Servizi Sociali e da CGIL, CISL e UIL territoriali.
La manifestazione, coordinata dal giornalista e scrittore Pier Emilio Acri, ha permesso, attraverso la proiezione del filmato “La follia degli onesti” di poter conoscere e apprezzare la figura del senatore della Repubblica, persona altamente protesa a difendere i diritti dei più deboli, Pietro Alò e il suo libro “Il caporalato nella tarda modernità” presentato dallo scrittore Natale Vulcano.
Il sindaco Francesco Filareto, fatti gli onori di casa ha dato l’input per una riflessione attenta, com’è stato, sulla politica come partecipazione e come condivisione, mettendo il dito sulla piaga su “fenomeni inquietanti di schiavismo” che corrodono l’attuale società.
Gino Campana, coordinatore regionale UILCEM Calabria, cui va il merito di aver voluto la manifestazione, in poche battute ha spiegato i motivi di un confronto serio e onesto con tutte le sigle sindacali, con i politici e con i cittadini.
Natale Vulcano, presidente dell’Associazione 25 aprile, da par suo, grazie a un’attenta disamina del libro di Pietro Alò “Il caporalato nella tarda modernità” ha descritto con acribia un fenomeno, quello del caporalato, che interessa anche il territorio che si richiama all’antica Sibari.
Una relazione completa arricchita dall’intervento del professore Giuseppe Tucci, ordinario di Istituzioni di Diritto privato all’Università di Bari, che in poche battute ha dissertato sull’affermazione della persona umana che non può essere subordinata al fatto meramente produttivo.
Dopo gli intelligenti pensieri manifestati da Angelo Sposato, segretario CGIL Sibaritide-Pollino, Umberto Pisanti, segretario FILCTEM-CGIL elettrici, e Nicola Quattrone di Rifondazione Comunista ed i saluti dei Segretari provinciali di UIL e CISL, Antonio Lento ed Antonio Russo, impegnati fuori regione, la manifestazione è stata conclusa da Vito Alò, presidente della fondazione Pietro Alò, che con un pizzico di commozione ha precisato ad uditorio attento e qualificato che lo scopo dell’ente da lui presieduto è sì far memoria dell’azione del fratello e nel suo nome puntare a trasmettere un’idea della politica come massima espressione dello spirito civico come valore forte. Oggi più che mai, per la tutela dei diritti della persona e in questo ambito, dei diritti del lavoratore, è necessario dar vita a un soggetto collettivo Nuovo che risponda alle nuove esigenze.
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