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No all’olio di palma nei ristoranti di ROSSANO e CORIGLIANO. Accettare supinamente e silenziosamente che anche nelle cucine di questo territorio, all’olio d’oliva ed all’extravergine, il nostro inimitabile oro verde su cui regna totale disattenzione e disinformazione, venga sempre di più sostituito un prodotto di importazione, dannoso per gli ecosistemi dai quali proviene, dichiaratamente dannoso per la salute ed ancor di più per la nostra economia locale, rappresenta un autentico pugno in faccia alla storia ed alla cultura millenaria dell’Ulivo, alle tradizioni, alle produzioni ed al futuro sostenibile di questa terra.
É quanto dichiara Lenin MONTESANTO, Fiduciario della Condotta Slow Food Sibaritide-Pollino, rivolgendo un accorato appello pubblico alle due importanti comunità dell’Area Urbana, soprattutto alle istituzioni, agli educatori, alle famiglie, alle associazioni di categorie ed anche alla Chiesa a farsi promotori di una campagna di sensibilizzazione diffusa, dal basso e quotidiana sulle qualità e sui benefici dell’uso dell’olio extravergine d’oliva.
Bisogna contrastare – continua MONTESANTO – la diffusione silente, anche alle nostre latitudini, di questa assurda preferenza dell’olio di palma al nostro extravergine. E dobbiamo farlo sin dagli asili, evitando di drogare intere generazioni con merendine, snack e biscotti che tutto contengono, tranne che, purtroppo, la propagandata qualità. Se non possiamo contrastare le dinamiche internazionali delle multinazionali, dettate soltanto dalla logica perversa del profitto a danno dell’ambiente e della salute pubblica, possiamo però comportarci, soprattutto alla luce della nostra storia, da consumatori locali consapevoli, selezionando la spesa alimentare quotidiana nei supermercati, leggendo con massima attenzione le etichette dietro i prodotti e chiedendo ai ristoratori locali di dirci anche che tipo e quale olio usano per fritture e condimenti dei piatti che ci servono. Senza alcuna remora. Abbiamo – aggiunge – il diritto ed il dovere di acquistare e consumare cibo possibilmente regionale che sia buono, pulito e giusto, investendo oggi in salute quanto dovremmo altrimenti spendere domani in cure mediche. Con una consapevolezza sulla quale c’è ormai poco da ridere o obiettare: la Politica, quella che incide veramente, si fa a tavola e sul cibo. E la facciamo tutti noi consumatori e co-produttori nelle nostre scelte quotidiane: scegliendo e quindi votando per le nostre produzioni di qualità oppure preferendo prodotti di indubbie provenienza, qualità e sicurezza, condannando quindi la terra in cui viviamo al sottosviluppo ed alla non sovranità alimentare e quindi alla dipendenza economica.
Questo ingrediente, che fino a oggi veniva “nascosto” sotto la dicitura “olii e grassi vegetali”, dal 13 dicembre apparirà sulle etichette dei cibi italiani. Un utilizzo così ricorrente dell’olio di palma, secondo quanto si legge nella petizione inviata alle principali aziende italiane, può risultare dannoso per la salute. È il grasso principale di quasi tutte le merendine, i biscotti, gli snack dolci e salati, le creme.
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