Questo post é stato letto 27100 volte!
Chiusura e accorpamento del plesso di Santa Chiara, nel Centro storico: decisione sofferta ma necessaria. Le motivazioni, purtroppo, vanno ricercate nella costante carenza di popolazione studentesca che ormai da anni sta facendo registrare una parabola discendente. Tanto da costringere la direzione didattica ad approntare le attività scolastiche nell’ormai antiquato metodo delle pluriclassi. Una situazione paradossale che sarebbe entrata in profonda contraddizione con l’attuale sistema scolastico.
È quanto fa sapere l’assessore alla Pubblica istruzione Stella Pizzuti che ha provveduto a ratificare la sofferta disposizione di chiusura del plesso di Via Caserma Santa Chiara già a partire dal 2015,accogliendo la proposta del dirigente Tonino Pistoia, già deliberata dal Collegio dei docenti e del Consiglio d’Istituto.
Da docente e amministratore, insieme al Sindaco Antoniotti – dichiara l’Assessore – ci siamo battuti e ci stiamo battendo affinché si tuteli il patrimonio scolastico presente nel Centro storico. Lo abbiamo fatto negli anni scorsi per il Liceo Classico, salvato dalla mannaia della spending review che lo avrebbe portato ad un sicuro trasferimento in altra sede, e riabilitato grazie all’attivazione degli indirizzi artistico e coreutico. Inoltre, abbiamo sollecitato la Provincia affinché provvedesse al rifacimento della palestra del San Nilo, i cui lavori sono tuttora in corso d’opera. Così come stiamo cercando in tutti i modi di riattivare alcune strutture pubbliche, al momento abbandonate, perdestinarle a nuovi indirizzi scolastici. In questo contesto, purtroppo, siamo stati costretti a decretare la chiusura del plesso di Santa Chiara. Ovviamente non è stata una scelta approntata a cuor leggero. Anzi. Ma non potevamo permettere che nel 2015, nell’ambito di un sistema scolastico complesso che mira alla crescita e alla formazione individuale di ogni singolo alunno, potessero ancora studiare in un’unica classe, con lo stesso pool di insegnanti, bambini di terza, quarta e quinta elementare. Né prevedere, perché la legge non lo avrebbe consentire, l’istituzione di classi con un numero di alunni sotto le cinque unità. Tra l’altro – aggiunge e precisa Stella Pizzuti – la razionalizzazione della rete scolastica, attuata in ambito ministeriale, significa soprattutto ottimizzare gli spazi e renderli idonei per una popolazione studentesca ampia. L’edificio di Santa Chiara, infatti, essendo uno degli stabili più grandi in dotazione alla direzione didattica e allo stesso tempo quello sicuramente più disagiato da un punto di vista logistico, aveva bisogno di un intervento manutentivo di grossa entità, che l’Amministrazione comunale, considerati proprio i numeri degli iscritti, non poteva più garantire. Da qui l’intervento, ribadisco sofferto, di soppressione della scuola, varato a solo beneficio dei piccoli alunni. I quali, con il trasferimento presso la scuola di San Domenico, sono stati messi nelle condizioni di poter studiare secondo le esigenze della loro età e di un programma didattico pertinente alla loro crescita. Oltre che socializzare in classi più numerose. Tra le altre cose – conclude l’Assessore alla Pubblica istruzione – , l’edificio di San Domenico, che ha catalizzato l’utenza di Santa Chiara, è beneficiario di un progetto PON che prevede un restyling e che ne potenzierà l’offerta formativa a 365 gradi, a tutto vantaggio del processo formativo ed educativo dei ragazzi che vivono nel Centro storico.
Questo post é stato letto 27100 volte!