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Ignoravo, per come riportato su un quotidiano in questi giorni che fosse in corso, tra il sottoscritto e l’On. DIMA, un “braccio di ferro” per l’ubicazione del punto nascita nell’ambito dell’Ospedale Spoke Corigliano-Rossano. La semplificazione giornalistica, per quanto forse utile ad alimentare polemiche, a creare confusione in chi legge non spiegano affatto le vere motivazioni che oggi, come ieri, suggeriscono, anzi impongono soluzioni di buon senso a tutela esclusiva della salute del paziente e della serenità degli operatori del settore.
È con questo approccio che nei mesi e nei giorni scorsi, senza alcun clamore mediatico, ho chiesto più volte ai responsabili della sanità regionale che il decreto 106, per quanto riguardava gli ospedali di Rossano e di Corigliano, andava rivisto. Ciò perché in esso non si teneva conto delle disposizioni e delle linee guida a garanzia del malato.
Ho avuto modo di spiegare la realtà dei due presidi ospedalieri con i relativi servizi di ognuno, sottolineando che la scelta circa la precisa ubicazione doveva seguire alcuni principi inderogabili: i reparti operativi avrebbero dovuto essere ubicati a Rossano, per una serie di servizi salvavita, quali elisoccorso, rianimazione, banca dati che da sempre sono a Rossano rappresentando una oggettiva sicurezza sia per malati sia per gli operatori sanitari. Così non è stato.
La suddivisione dei reparti tra i due ospedali è stata fatta, purtroppo, o su suggerimenti interessati o perché non si conoscono assolutamente le due realtà. Delle due l’una. Per queste ragioni, di metodo e di assoluta chiarezza e trasparenza, va rivisto il decreto 106 nell’interesse esclusivo degli utenti di questo territorio, rispettando i criteri di oggettività, di sicurezza e di equilibrio che devono essere alla base delle decisioni che riguardano il diritto alla salute.
Operatori e comitati hanno dunque evidenti ragioni per contrastare una scelta sbagliata perché mette seriamente a rischio la sicurezza. Di questa esigenza sostanziale mi sono fatto interprete con equilibrio e senso di responsabilità. Su questa esigenza generale, che non risponde a nessuna valutazione politica o municipalistica, per quel che mi riguarda, il confronto non è affatto chiuso.
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