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Il Tribunale di Rossano in composizione monocratico, Giudice dott. Guglielmo Labonia, ha assolto perché il fatto non sussiste l’ottantenne F. M. dai reati di violazione di sigilli ed abuso edilizio.
L’anziana signora era chiamata a rispondere penalmente presso il Tribunale di Rossano perché con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, in qualità di committente dei lavori e custode dell’immobile, violava i sigilli apposti al cantiere edile a seguito del sequestro preventivo operato dalla Polizia Municipale – con verbale poi convalidato dal Gip del Tribunale di Rossano – e di poi proseguito i lavori edilizi intrapresi, cosistiti nell’orditura del solaio e successiva colata di cemento per la realizzazione della suddetta opera in due momenti temporali.
All’udienza dibattimentale la donna era assistita e difesa dall’avvocato Ettore Zagarese e dall’avvocato Giuseppe Vena i quali in sede di discussione orale rappresentavano al giudicante come, dalle testimonianze dei testi escussi, non si era raggiunta la prova della colpevolezza della loro assistita atteso che le uniche prove acquisite durante l’ attività d’ indagine dei vigili urbani erano le sole dichiarazioni rese dal figlio dell’imputata nonché rappresentavano al giudicante l’inutilizzabilità delle stesse e quindi chiedevano di assolvere la donna, per insufficienza e dubbiosità della prova, perché il fatto non sussiste.
Il Pubblico Ministero, dott.ssa Maria Grazia Caliò, si associava a quanto sostenuto dall’avvocato Ettore Zagarese e dall’avvocato Giuseppe Vena.
Il Giudice accogliendo la tesi difensiva dei legali Zagarese e Vena assolveva la donna perché il fatto non sussiste.
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