Rossano (CS), assolta 39enne dal reato di truffa

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Assolta perche il fatto non sussiste! E’ quanto ha stabilito il giudice monocratico, Dott. Guglielmo Labonia,  del Tribunale di Rossano per la donna rossanese D.S.G. classe 1973 , in accoglimento della tesi difensiva sostenuta dagli avvocati Ettore Zagarese e Giuseppe Vena.
La donna era  imputata del reato di truffa perché, nel marzo del 2006, con artifici e raggiri, traendo in inganno una società di gestione del credito – in persona del legale rappresentante pro-tempore – dapprima stipulava con la predetta società un finanziamento per l’acquisto di un’autovettura quindi corrispondeva solo alcune rate ed ometteva il versamento del saldo pari ad e  5.963,70, successivamente denunciava falsamente lo smarrimento del certificato di proprietà del veicolo – che ella sapeva invece essere stato trattenuto dalla società finanziaria a titolo di garanzia – ed ottenendone così un duplicato; infine vendeva il veicolo al coniuge, allo scopo di sottrarlo alla garanzia del credito, legittimamente vantato dalla società erogatrice del credito, procurandosi un ingiusto profitto pari al valore delle rate di finanziamento non pagate, con corrispondente danno per la predetta creditrice.
All’udienza dibattimentale la donna era difesa dagli avvocati Ettore Zagarese e Giuseppe Vena che provvedevano ad interrogare i testi del Pubblico Ministero.
A seguito delle domande del controesame degli avvocati Ettore Zagarese e Giuseppe Vena il Giudice dichiarava chiuso il dibattimento ed invitava le parti processuali a concludere. Il Pubblico Ministero, Dott.ssa Mariagrazia Caliò, chiedeva di ritenere
provata la responsabilità penale della donna e ne chiedeva la condanna a mesi 6 di reclusione mentre gli avvocati Ettore Zagarese e Giuseppe Vena chiedevano di assolvere la donna perché il fatto non sussiste sostenendo come tesi difensiva che non poteva ravvisarsi il reato di truffa perché la condotta degli artifici e raggiri era successiva alla commissione del reato e non antecedente per come impone il reato di truffa e che la condotta era riconducibile ad una mera questione di natura civilistica.
Il giudice in accoglimento di quanto sostenuto dagli avvocati Ettore Zagarese e Giuseppe Vena, assolveva la donna perché il fatto non sussiste.

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Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

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