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Processo da rifare a seguito di un cavillo processuale, è quanto ha stabilito Il Tribunale di Rossano in composizione monocratico, giudice dott. Guglielmo Labonia, accogliendo l’eccezione formulata dagli avvocati Ettore Zagarese e Giuseppe Vena, ha annullato il decreto di citazione a giudizio per il quarantenne rossanese A.G.
L’uomo era stato deferito presso la locale Procura della Repubblica del Tribunale di Rossano perché – secondo l’accusa, sostenuta in aula dal Pubblico Ministero dott.ssa Maria Grazia Caliò – in Rossano in data 15.06.2007, a seguito dei controlli operati dai Carabinieri di Rossano della Compagnia di Viale Sant’Angelo, contraffaceva la targa prova apposta all’autovettura di sua proprietà, documento avente natura di certificazione amministrativa, mediante riproduzione di una copia della medesima, o comunque ne faceva uso utilizzandola per la circolazione del medesimo veicolo.
Inoltre, per tal fatto, venne citato a giudizio – per cui pende autonomo fascicolo processuale , a seguito dello stralcio operato dal Giudice Labonia -anche il trentacinquenne rossanese F.V. , perché sempre secondo l’accusa del Pubblico Ministero, dopo che era stato commesso il reato descritto, senza avere concorso nella commissione dello stesso, aiutava A.G. ad eludere le investigazioni dell’Autorità procedente, riponendo all’interno della predetta autovettura parcheggiata, per gli opportuni controlli ed espletamento degli incombenti di rito, nel piazzale della caserma dei Carabinieri di Rossano operanti, la targa prova originale, al fine di far credere ai militari che quest’ultima era all’interno dell’autovettura già al momento del loro intervento e del sequestro della stessa.
All’udienza dibattimentale A.G. era assistito e difeso in aula di giustizia dagli avvocati Ettore Zagarese e Giuseppe Vena, i quali formulavano al giudicante una richiesta preliminare di annullare il decreto di citazione a giudizio con cui era fissato il processo, sostenendo, come cavillo processuale, che non era stato espletato l’interrogatorio di garanzia previsto per legge, durante la fase delle indagini preliminari per come previsto dal Legislatore e quindi chiedevano di inviare gli atti alla Procura e di far regredire il processo penale alla fase delle indagini preliminari.
Il Pubblico Ministero, dott.ssa Mariagrazia Caliò, si associava alla richiesta sostenuta dagli avvocati Ettore Zagarese e Giuseppe Vena, entrambi del Foro di Rossano, ed il Giudice la accoglieva.
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