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Un territorio affamato di lavoro prova ad alzare la voce, civilmente. Sit in di protesta ieri a Rocca Imperiale, nei pressi del cantiere per l’ammodernamento della Ss 106 ai confini con Nova Siri (Mt), dal km 414,080 al km 419,300, con 2,8 km nel territorio lucano e 1,7 km in quello calabrese.
Una cinquantina di lavoratori nella prima mattinata di ieri si sono recati in prossimità del cantiere, supportati dall’Amministrazione Comunale di Rocca con in testa il sindaco Ferdinando Di Leo che ha dato voce a lavoratori giovani e meno giovani, tanti di loro con famiglie e figli a carico.
«Non è ammissibile – ha commentato Di Leo – che un’opera infrastrutturale di simile portata (si parla di un importo complessivo pari a 50 milioni di euro, ndr) non abbia una ricaduta occupazionale per il comprensorio». I lavori, iniziati a settembre scorso, sono stati affidati in appalto ad una ditta del Nord Italia, la quale poi ha sub-appaltato determinati servizi ad imprese locali, «ma per la stragrande maggioranza queste sono lucane – lamentano i lavoratori giunti nei pressi del cantiere – che hanno dato lavoro soltanto ai loro conterranei».
Sul luogo del sit-in anche i carabinieri della locale stazione, coordinati dal comandante Antonio Fanelli e la Polizia Municipale con il vice comandante Vincenzo Aletti, i quali hanno supervisionato il pacifico svolgimento della protesta che ha registrato anche attimi di confronto tra le stesso primo cittadino rocchese Di Leo ed alcuni tecnici di cantiere.
Già da diverso tempo prima dell’inizio dei lavori il sindaco di Rocca Imperiale aveva periodicamente sollevato alle imprese appaltatrici la necessità e forse anche il dovere morale di non emarginare ancora di più questo territorio nelle varie tranches per le assunzioni. Richieste che avevano trovato negli interlocutori ampi margini di considerazione. «Ma da settembre ad oggi – commenta amareggiato Di Leo – queste rassicurazioni sono finite nel dimenticatoio. Non registriamo nemmeno un’assunzione tra i nostri concittadini».
La protesta di ieri è dettata anche dal fatto che Rocca Imperiale nella struttura dell’opera in oggetto ha pagato dazio, da come fanno notare amministratori e lavoratori assieme. «Il tracciato stradale ha deturpato il territorio togliendo spazio ad un’agricoltura di qualità di cui Rocca è esempio internazionale (riconoscimento IGP per il limone), per non parlare dell’effettiva utilità di un’opera di cui ne beneficerà ampiamente soltanto il comune di Nova Siri», le voci raccolte tra i partecipanti al sit-in. Ma il sindaco Di Leo ci tiene a precisare che «noi non siamo assolutamente contrari allo sviluppo infrastrutturale del territorio. Ci mancherebbe altro. Ma poiché Rocca ha dato tanto per quest’opera soprattutto in termini territoriali, è anche giusto adesso ricevere una contropartita occupazionale».
L’Amministrazione comunale ha preso da subito a cuore le istanze dei lavoratori con i quali ha avuto un incontro già giovedì in comune, per poi ritrovarsi tutti assieme ieri mattina in un’azione di sensibilizzazione che sarà solo l’inizio di una serie di iniziative tese a «tutelare il diritto al lavoro di tutti i cittadini, e non solo di alcuni – dice Di Leo -. Soprattutto in un periodo drammatico come questo dove tante famiglie si trovano in grossissime difficoltà economiche». A tal proposito, proprio stamattina, è partita una missiva a firma del sindaco e indirizzata al Prefetto di Cosenza, ai sindacati, al Presidente della Regione, all’assessorato per i Lavori pubblici, ai referenti politici del territorio per metterli al corrente della situazione e per invitarli ad un incontro urgente che si terrà giovedì 14 giugno alle 10,30 nella sala consiliare del Comune di Rocca Imperiale per discutere del problema.
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