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IL Comizio burla del fantomatico candidato alle prossime regionali, onorevole «Tal Quale», nei pressi della Statale 107, che invita i suoi elettori a scrivere sulla scheda elettorale il prossimo 23 novembre «NO DISCARICA», è riuscito anche a bloccare il passaggio di diversi camion carichi di rifiuti e diretti all’impianto della Mi.Ga srl. di Celico.
In una colorata e festosa giornata di protesta e di proposta, dinnanzi al silenzio imbarazzante di istituzioni e candidati riguardo a rifiuti ed ambiente, il Comitato Ambientale Presilano, con simpatia, ma anche serietà, nell’invitare ad un voto finalmente di vera protesta, lancia forte ancora una volta le sue proposte: strategia ‘Rifiuti Zero‘, rispetto del territorio, salvaguardia ambientale, contenimento del rischio idrogeologico e tanto altro.
Di fronte ad una campagna elettorale ormai conclusa, di un’incredibile pochezza di contenuti, di fronte alla impresentabilità di molti personaggi inseriti nelle liste in maniera trasversale, di fronte però ad una realtà di degrado ambientale e sociale sempre più preoccupante, la giornata di oggi assume un forte significato simbolico e politico.
Perché un’altra politica esiste. Ed è quella dei territori, dei comitati spontanei, della resistenza di un popolo allo scempio della nostra terra.
E’ questo in definitiva il messaggio della giornata di oggi. Proprio a ridosso della venuta in Calabria del premier Renzi che, col suo governo, si appresta a varare il cosiddetto «Sblocca Italia», un decreto che avrà serie ripercussioni, ancora una volta, sull’ambiente, la salute dei cittadini, compromettendo territori e prospettive di futuro. Appare davvero ridicolo inoltre il fatto che il premier sia stato «consigliato» a non fare il comizio di chiusura della campagna elettorale calabrese in piazza per evitare il presunto pericolo di contestazioni violente e organizzate. Una «cautela» del tutto esagerata rispetto ad una contestazione, che seppur ci sarà, non sarà certo quella che viene descritta dai giornali in queste ore e cioè tale da mettere a repentaglio la fattibilità della manifestazione del PD. Ci sembra più che altro una strumentalizzazione bella e buona quella di utilizzare il popolo calabrese, composto, non c’è bisogno di dirlo, anche da comitati, attivisti e cittadini liberi, come merce di scambio, come «ricatto politico» tra fazioni avverse dell’attuale momento del PD calabrese e nazionale. Un gioco fin troppo noto e riciclato a cui ormai non crede più nessuno.
Al contrario il popolo calabrese si trova oggi a subire una campagna elettorale in cui in realtà è stato già deciso quale sarà il futuro della nostra terra, ovvero la continuazione dello sfruttamento selvaggio di risorse naturali che non produrrà altro che nocività e distruzione ambientale, al fine di mantenere al potere, sebbene ci si appresti ad un cambio di tonalità politica in Regione, la stessa logica e la stessa politica.
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