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Su iniziativa dell’Università degli Studi della Calabria, Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione, si terrà giovedì 11 dicembre, alle ore 16, presso la Sala Stampa – Aula Magna dell’Ateneo di Arcavacata di Rende, la presentazione del racconto “L’altra metà del cuore” scritto dall’insegnante coriglianese Isabella Freccia. Il programma dei lavori prevede gli interventi di Cesare Pitto, già docente Unical, e del giornalista Fabio Pistoia, nonché la lettura di alcuni brani del libro. A conclusione dell’iniziativa, un buffet all’insegna di dolci natalizi tipici della tradizione calabrese.
“Del nuovo libro di Isabella Freccia – spiega il giornalista Fabio Pistoia – nulla o poco è meritevole d’anticipazione, poiché è compito di quanti si appresteranno alla sua lettura coglierne argomentazioni e messaggi, per infine apprezzarne lo stile e l’essenza. Numerose e varie, tuttavia, le definizioni che se ne possono dare da parte di chi, in anteprima, il testo lo ha letto ed ammirato. Una lunga, appassionata, telefonata che l’Autrice fa con la propria anima prim’ancora che con un qualsiasi interlocutore. Una intensa lettera d’amore, nella quale i ricordi di ieri sono materia e patrimonio dell’oggi e del domani. Un afflato poetico nel senso più nobile del termine, dove per poesia s’intende la capacità di dare voce a vissute emozioni. Un ritorno alle origini personali e familiari dell’Autrice che consente un amaro confronto/scontro con i mali della società contemporanea. Un viaggio iniziatico nei meandri delle cose belle e brutte del mondo, dalle gioie per gli affetti più cari ai dolori per la constatazione di fenomeni quali l’emigrazione, la disoccupazione giovanile, la violenza sulle donne, il bullismo, la discriminazione razziale, le guerre nel mondo, la corruzione politica, la sfiducia nelle istituzioni. “L’altra metà del cuore” si svolge sullo sfondo di una relazione sentimentale dai colori sempre vivi e accesi, relazione che non risente del pur inesorabile scorrere del tempo. Un libro senza pretese o illusioni salvifiche ma comunque capace, perché dettato da una sincerità strisciante, di configurarsi quale tentativo di risposta al naufragio morale dell’umanità”.
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