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Arte e società. Binomio che s’accompagna da secoli, che da millenni racconta l’uomo e la sua esistenza. Un valore antropologico di base arricchisce un’opera d’arte, fulcro dell’interpretazione umana del reale. Nell’epoca delle grandi tecnologie, della globalizzazione, qual è la funzione socioantropologica di un’opera d’arte? E soprattutto, come le giovani generazione si rapportano in questo contesto? Dubbio, solitudine, massificazione, incertezza, instabilità sono i sentimenti che affliggono le nuove generazioni in un mondo che riserva poco spazio alla pianificazione del futuro, a principi che ormai paiono alla stregua di chimere.
Il progetto espositivo pensato dai curatori Raffaella Buccieri e Gregorio Raspa, che verrà allestito presso le sale del Museo del Presente di Rende dal 4 al 21 Aprile 2012, gioca proprio sul parallelismo esistente tra la creazione artistica, che è sempre un atto che nasce dal Caos, ma si risolve il più delle volte in un gesto di ricostruzione di un equilibrio certo, ordinato, leggibile, e gli equilibri più incerti (precari appunto), che invece, mai come oggi, caratterizzano in ogni sua manifestazione la società contemporanea e appaiono al momento più difficilmente ordinabili. La sensazione di vertigine provata da un’artista durante la creazione di un’opera, al cospetto del bianco di una tela o all’inconsistenza di un’idea, è paragonabile alla vertigine che provano oggi le società contemporanee al cospetto delle sfide che la storia propone?
Il progetto ha, inoltre, l’ambizione di affrontare a pieno respiro le complesse, articolate e mutevoli realtà sociali, culturali, politiche ed economiche che caratterizzano l’epoca attuale. Vuole essere un momento di riflessione e sollecitazione in merito alle tematiche sopra citate, con lo scopo di porre l’accento sulle sensibilità artistiche emergenti e sul loro modo d’interagire con la realtà circostante.
L’opera d’arte sarà letta, in tale percorso crititico-curatoriale, come punto di partenza per una riflessione collettiva (del pubblico) più ampia sul nostro tempo e come punto di approdo di una riflessione autonoma (dell’artista) sullo stesso tema. Si desidera mettere in mostra delle opere capaci di veicolare i “motivi principali” della realtà attuale.
“Poche persone vivono consapevolmente il proprio tempo, tutte le altre vivono in epoche assurde”.
Partendo da questo assunto, si cerca un’arte che sia criticamente consapevole del segmento storico che la sorte ci ha assegnato, che sia capace di guardare alla realtà circostante con strabismo, che legga il passato come un dato dal quale partire, il presente come l’evoluzione dell’istante e il futuro come la somma dei possibili luoghi d’abitare.
La lettura delle opere in mostra racconta questa visione del reale, ma non lungi da un desiderio, da un barlume di speranza per un futuro migliore.
Su questi temi riflette la collettiva che riunisce le opere di Niccolò De Napoli, Giovanni Fava, Alessandro Fonte e Giovanni Longo, quattro giovani talenti artistici calabresi, che si distinguono tra gli interpreti più alti e interessanti del contemporaneo della Calabria e che saranno chiamati ad esporre i propri lavori in un allestimento concepito come somma di quattro mini-personali in dialogo tra loro. Maggiori info su www.equilibriprecari.com.
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