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Nei giorni scorsi abbiamo incontrato il Presidente della Commissione Regionale contro il fenomeno della mafia On. Salvatore Magarò.
Persona disponibile al dialogo, confronto ed ascolto anche delle critiche che gli abbiamo rivolto non solo per la politica regionale che rappresenta ma in particolare per alcune sue iniziative.
In primis quella delle targhe “Qui la ndrangheta non entra”.
Iniziativa lodevole ma che non può essere fine a se stessa ed a cui è necessario dare consequenzialità nella concretezza.
Sono diversi gli enti pubblici che hanno aderito alla iniziativa ponendo agli ingressi e quindi al di fuori della relativa struttura la targa riportante l’impegnativa dichiarazione, ma all’interno come vanno le cose?
Registriamo in generale atteggiamenti di prevaricazione, malcelati ricatti, latenti minacce, subdoli condizionamenti ed una continua politica del “compare” o “amico dell’amico”.
Alcune strutture della Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Territoriali li ritroviamo avvolti da una nube burocratica i cui atti spesso non rispondono ad alcuno.
I semplici cittadini ed anche coloro i quali riescono a leggere “nelle carte” si scontrano con l’impossibilità di opporsi o far rettificare provvedimenti che non raramente più che tutelare gli amministrati difendono gli amministratori e pochi altri.
Esempi concreti ne sono alcune determinazioni che mettono nero su bianco decisioni discutibili formalmente e sostanzialmente o che affidano incarichi, forniture e servizi anche fino ad importi di €.40.000,00 con assoluta discrezione che pur legittimati nella forma diventano esempio di parzialità perché ripetitivi nei beneficiari.
La poca trasparenza alberga allegramente in tanti luoghi pubblici e non fa alcuna differenza se all’ingresso degli stessi ci sia o no la prestigiosa targhetta con la scritta “Qui la ndrangheta non entra”.
Ma guai a proferir parola, diventi un nemico da denigrare e diffamare specie se il campo oltre che dall’arroganza è ben concimato dall’insolenza ed ignoranza.
Presidente Magarò, oltre alle cerimonie si deve fare di più, è necessario superare la quasi naturale predisposizione omertosa di tanti ma anche vincere quella odiosa mentalità di chi si impossessa e fa padrone di gestioni che appartengono alla collettività.
I Comuni con la targa incomincino a dare l’esempio.
Raffaele Papa
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