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La mannaia di Scopelliti colpisce ancora, sempre gli stessi a doversi fasciare le ferite, Guardia Piemontese ed Acquappesa sono località del Tirreno Cosentino e basta questo perché la Regione Calabria mortifichi e penalizzi ogni iniziativa.
Le Terme Luigiane rappresentano una delle poche realtà positive che vivaddio producono ricchezza ed occupazione, ciò nonostante non trovano la giusta ed opportuna attenzione da parte delle istituzioni regionali, forse perché troppo lontane da Catanzaro e soprattutto da Reggio Calabria.
Non vi sono altre logiche e razionali motivazioni considerato che le stesse fatturano intorno ai 3 milioni di euro oltre a dare lavoro a circa 700 addetti, ma ciò interessa poco il Commissario ad acta della sanità calabrese che con il decreto n.155 del 7/8/2012, anziché risolvere la nota questione dell’impianto termale e dei lavoratori senza stipendio, ne aggrava le condizioni.
Badate bene, questa non è una semplice impressione o peggio una strumentalizzazione politica come molti annebbiati sostenitori farfugliano, è invece la pura realtà dei numeri e dei fatti, basta un solo dato per verificarlo: per l’anno 2011 il tetto di spesa fissato per le terme Luigiane è stato di 2 miliardi e 300 mila euro su un fatturato di 2 miliardi e 552 mila euro; mentre per le terme Caronte a fronte di un fatturato di circa 260 mila euro il budget assegnato è stato di 1 milione e 50 mila euro; una sproporzione notevole che danneggia e discrimina chi lavora e produce, con il nuovo decreto il tetto di spesa viene ancora ridotto costringendo ad una chiusura anticipata dell’attività termale.
Da considerare altresì che tale comparto della sanità registra oltre il 30% di immigrazione attiva e quindi denaro che entra nelle asfittiche casse regionali concorrendo alla riduzione dell’enorme deficit ed è semplicemente insensato che il tetto di spesa fissato impedisca le cure anche a chi viene da altre regioni italiane.
Chiediamo quindi alle forze politiche che sostengono il governo regionale di uscire allo scoperto e farsi carico senza se, senza ma e senza timori, di tale problematica, non ripetendo il gravissimo errore già commesso con l’eliminazione dell’assistenza sanitaria sul tirreno; decidete una volta per tutte di abbandonare ogni forma di riverenza e difendete i diritti delle popolazioni della provincia di Cosenza, anche se questo potrebbe significare mettere a rischio la vostra poltroncina e posto al sole.
Le terme sono una ricchezza per l’intera regione anche se i maggiori impianti sono situati nella provincia di Cosenza, ma ciò non può e non deve significarne l’abbandono.
Intanto i lavoratori non percepiscono lo stipendio perché la Regione non provvede ai dovuti pagamenti ed a nulla sono valsi gli appelli a consiglieri e assessori regionali; non sappiamo se avranno effetto gli inchini al Governatore.
È un sistema politico che annulla i sacrosanti diritti di persone e lavoratori e che non riesce a creare il nuovo, almeno non si distrugga quel poco di buono che sudore e sacrifici hanno costruito.
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