Parco della Sila Patrimonio Unesco

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Il via libera da parte del Consiglio direttivo della Commissione nazionale Unesco al riconoscimento del Parco Nazionale della Sila come Patrimonio Mondiale dell’Umanità per criteri naturali è da considerarsi come un primo e importante passo sul sentiero del cambiamento culturale che può rendere il nostro ricco patrimonio montano volano di sviluppo turistico e di crescita economica. Un sentiero che, se percorso insieme, in sinergia, tra enti e associazioni può dare una svolta, non solo ai territori ricadenti nel Parco, ma all’intera Calabria.

È quanto dichiara il Sindaco Luigi STASI esprimendo soddisfazione per l’approvazione da parte della Commissione nazionale Unesco del dossier di candidatura presentato dal Parco. La richiesta, ora, dovrà essere esaminata a livello internazionale dal Comitato per il Patrimonio Mondiale di Parigi.

Dato che il 50% del territorio di Longobucco fa parte della Sila – continua il Primo Cittadino – e che il centro urbano è ubicato entro i confini del Parco stesso, ci si aspetta che grazie a questo eventuale riconoscimento si verifichi una ricaduta positiva e sostanziale per il nostro Comune e per tutto l’hinterland in termini di sviluppo e visibilità non solo nazionale ma mondiale. Entrare a far parte della prestigiosa World Heritage List Unesco – conclude – premierebbe gli sforzi fatti in questi anni dal consiglio Direttivo del Parco, del quale faccio parte, e sarebbe una concreta occasione di crescita da sfruttare al meglio.

L’iter burocratico ha avuto inizio nel 2012, quando il Parco ha ottenuto da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare l’inserimento nella Tentative List nazionale. In questa lista, riconosciuta dall’Unesco, vengono elencati i siti che, secondo gli Stati proponenti, sono potenzialmente di eccezionale valore universale e, quindi, candidabili per il successivo inserimento nell’esclusiva World Heritage List Unesco. In questo modo lo straordinario valore delle risorse naturalistiche e paesaggistiche dell’altopiano silano, vero e proprio serbatoio di biodiversità, potrà essere riconosciuto anche a livello internazionale.

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