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“Garantire al cittadino un’informazione corretta e trasparente, al servizio esclusivo della verità, non dei potenti o dei tifosi: è questo il dovere del giornalista”. Un concetto affatto nuovo per Franco Siddi, segretario generale della Federazione della Stampa, che, in più occasioni, ha sottolineato “il valore etico dell’informazione, intesa come conoscenza”. E ha voluto ribadirlo domenica, nell’incontro ospitato a Paola, al termine della messa regionale per San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, organizzata dall’Ucsi della Calabria e che ha visto la partecipazione di ben tre arcivescovi giornalisti, Salvatore Nunnari (diocesi di Cosenza-Bisignano), Luigi Renzo (Mileto) e Giuseppe Fiorini Morosini (Locri), iscritti all’Unione Stampa Cattolica e al Sindacato Giornalisti della Calabria.
“La credibilità è la sfida più grande per i giornalisti italiani, e non solo, – ha detto Siddi – che hanno il compito di aiutare i cittadini, fornendogli una chiave di lettura, in modo tale che le notizie siano davvero materia di scelta”.
Per far questo, per assicurare, cioè, “una stampa che non presti il fianco a questa o a quella parte, un giornalismo fatto di professionisti liberi, non di mercenari, – ha sottolineato il segretario generale della Fnsi – i media devono porsi al di sopra delle questioni meramente economiche, dando, piuttosto, voce a chi non ce l’ha. Ai poveri, ai deboli, per cui possiamo fare tanto, contrastando disuguaglianze e discriminazioni. I potenti non hanno bisogno della stampa”.
Un appello “per un’informazione al servizio coraggioso della verità”, che deve varcare i confini del giornalismo cattolico, “altrimenti faremo una brutta fine – ha tuonato Siddi – e nei media, dalla carta stampata alla televisione, rimarranno soltanto due schiere: da una parte gli ideologizzati, gli schierati, appunto; dall’altra i disperati, pronti a tutto pur di lavorare”.
D’altronde i segnali non mancano, “specie in regioni difficili, come la Calabria – ha esordito Carlo Parisi, segretario regionale del Sindacato Giornalisti, confermando le preoccupazioni di Siddi – dove molti, troppi, colleghi sono sfruttati da editori senza remore: niente stipendi per mesi o un anno intero, oppure compensi da fame, che equivalgono ad un insulto”.
Il messaggio è, ancora una volta, forte e chiaro: “I giornalisti calabresi, e come loro tanti altri, devono reagire – ha sottolineato Parisi – per difendere il valore più caro, la propria dignità, e il diritto più normale, quello al lavoro. In condizioni decenti”.
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