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L’allarme lo aveva già lanciato il consigliere di opposizione Palmiro Manco.
In occasione della commissione comunale al bilancio – area finanziaria dello scorso 28 giugno, lo stesso, indicava il dissesto quale strada da percorrere in quanto vanno stralciati dal conto di bilancio (nei residui attivi) i crediti inesigibili come i circa 14 milioni di Tributi Italia. Anticipava anche il parere sfavorevole sul bilancio. Tutto questo prima che fosse introdotta la norma sulla spending review.
In effetti le alternative non ci sono o meglio, prospettare altre soluzioni, significherebbe affossare ancora di più la nostra città. Dichiarare il dissesto – afferma il consigliere di opposizione appartenente al gruppo “Scalea Libera” Palmiro Manco – non è una vergogna ma un atto di responsabilità che dovrebbe invogliare a ripartire per il bene di Scalea.
Diverse città italiane, molte di queste del Meridione, sono costrette a dichiarare il dissesto, il conseguente scioglimento del Consiglio e l’entrata in campo della Corte dei conti. L’ormai nota spending review, introdotta da Monti, che punta “all’armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio, impone di svalutare del 25% i residui attivi accumulati sino ad oggi; si tratta di entrate contabilizzate ma non ancora incassate, come possono essere i proventi sulle multe o le tasse sui rifiuti.
Cifre importanti, che servono a ‘fare’ il bilancio di un ente che spesso, per prassi, gonfia queste voci pur sapendo di non riuscire a poter incassare il 100% degli importi”. Questa situazione ha di fatto innalzato vertiginosamente il tasso di incidenza di fallimento per le amministrazioni comunali; basti pensare all’incremento dei commissariamenti registratosi nell’ultimo biennio, da due casi a venticinque.
Il dissesto – conclude il consigliere Palmiro Manco – dopo gli sforzi già richiesti ai cittadini con le imposte arrivate ai massimali storici, è l’unica via d’uscita per pensare ad una rinascita di Scalea. Veder morire anno dopo anno il nostro paese è un colpo al cuore. Ormai c’è poco da salvare e non c’è più tempo da perdere. Dichiarare il dissesto oggi, per un domani migliore.
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