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Nel tardo pomeriggio del 3 settembre 2005, Giuseppe Loria, operaio di 26 anni, completate le sue mansioni, come è solito fare, si fa accompagnare dal proprio datore di lavoro a San Giovanni in Fiore (Cosenza), dove abita con la madre.
Quel giorno Giuseppe si fa lasciare poco distante da casa, di fronte a un albergo, nel centro cittadino, sale su un’altra vettura e da allora non si saprà più nulla di lui.
Pino – così è conosciuto in paese – ha avuto in passato problemi di tossicodipendenza, ma non risulta sia stato implicato in altre losche vicende. Tuttavia voci di paese e stampa, insinuano, nel tempo, il movente di “lupara bianca” dietro la scomparsa del ragazzo.
Nel giugno scorso, l’interminabile e già di per sé logorante attesa della mamma Immacolata Guzzo è stata resa ancor più pesante dalle affermazioni di un pentito, che avrebbe annoverato il nome di Giuseppe Loria tra le vittime delle cosche silane.
Oggi, a distanza di otto anni da quel giorno che ha stravolto per sempre le vite di Giuseppe e Immacolata Guzzo, il “Comitato Cercando Fabrizio e….”, nato lo scorso 21 marzo per sostenere i familiari degli scomparsi, si fa portavoce di mamma Immacolata Guzzo ed estende a tutta la stampa locale il suo accorato appello: “Per parlare ci vuole sì coraggio, ma io oggi vi chiedo di avere pietà: pietà nei confronti di un giovane ragazzo che può anche aver sbagliato, ma che meritava di rimanere vicino ai propri affetti; pietà nei confronti di una mamma che da otto anni non vive più, non sapendo cosa sia accaduto al sangue del proprio sangue.
Non è possibile scomparire sotto gli occhi della gente, non è possibile non riuscire a sapere nulla dopo così tanto tempo. Una madre non può rassegnarsi all’assenza di un figlio. Aspetto Pino con viva speranza da anni, ma da un paio di mesi a ogni squillo di telefono il mio cuore sussulta ancor più di prima, ipotizzando che dall’altra parte ci sia qualche terribile notizia: apprendere dalla stampa, a giugno, che qualcuno sta parlando di mio figlio mi ha sconvolta, ma, se è vero, vuol dire che qualcuno si sta nuovamente occupando di lui, qualcuno sta di nuovo indagando e spero possa dirmi presto cosa sia realmente accaduto a Giuseppe.
Ho fiducia nella DDA di Catanzaro, ma vorrei davvero di cuore che fosse aiutata nel suo lavoro da chi sa, ma che fino ad oggi ha taciuto. Abbiate coraggio. Abbiate pietà. Di Pino. Di me. Di noi!!”
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