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Alle prime luci dell’alba i Carabinieri della Compagnia di Rende, con la collaborazione della Compagnia di Cosenza e di San Marco Argentano, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e di sequestro preventivo per equivalente, emessa dal G.I.P. d.ssa Giuseppa FERRUCCI del Tribunale di Cosenza nell’ambito dell’operazione “FENTANIL”.
Le indagini coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso la Procura di Cosenza, Dottor Giuseppe Visconti, e condotte dal Nucleo Operativo e Radiomobile di Rende, all’epoca diretto dal Ten. MARINO Giovan Battista, hanno portato all’emissione di due arresti domiciliari, 8 obblighi di presentazione alla PG e al sequestro preventivo per equivalente per 6 medici di base.
Le vicende evidenziate fanno luce su una fervente attività di spaccio “non convenzionale”, prescrizione abusiva di farmaci psicotropi ad opera dei medici di base e di truffa aggravata di tutti gli indagati in danno del Servizio Sanitario Nazionale che ha ad oggetto farmaci psicotropi contenenti oppiacei. I farmaci maggiormente utilizzati, ma non i soli, quali sostitutivi delle sostanze stupefacenti hanno il nome commerciale di:
• DUROGESIC® prodotto dalla casa farmaceutica “Janssen-Cilag S.p.A.”, il quale è indicato nel trattamento del dolore cronico da cancro e del dolore ribelle che necessita di un’analgesia a base di sostanze oppiacee.
• ACTIQ® prodotto dalla casa farmaceutica “Dompe’ S.p.A.”, il quale è indicato per il trattamento dei picchi di dolore acuto in pazienti già in terapia di mantenimento con un oppioide per il dolore cronico da cancro. Per picco di dolore acuto si intende una esacerbazione transitoria del dolore che si ha in aggiunta al dolore persistente controllato.
L’attività investigativa ha preso le mosse da un episodio particolarmente grave ed allarmante, che ha visto inconsapevole vittima un bambino di 2 anni. Infatti il 29.06.2013, il piccolo è giunto in gravi condizioni in ospedale, accompagnato dall’elisoccorso dell’ospedale di Cosenza. I genitori hanno riferito ai sanitari ed ai militari della Stazione Carabinieri di Bisignano, intervenuti sul posto, che il bambino aveva accidentalmente ingerito dei farmaci antidolorifici presenti in casa, ed in conseguenza di ciò aveva perso i sensi. Presso l’abitazione dei genitori i Carabinieri di Bisignano hanno rinvenuto poi diverse dosi di un farmaco avente composizione simile alla morfina, precisamente Actiq 1600 mcg”.
Il padre del bimbo, in preda ai sensi di colpa per le gravi condizioni del figlio, ha poi spontaneamente dichiarato ai Carabinieri della Stazione di Bisignano di fare uso da tempo del farmaco Actiq in considerazione degli effetti fortemente allucinogeni, paragonabili agli oppiacei, che il medicinale provocava. La Stazione di Bisignano immediatamente informava il Nucleo Operativo della Compagnia di Rende, competente per attività d’indagine di più ampio respiro, fornendo il determinante spunto investigativo.
L’attivazione da parte del N. Operativo rendese di servizi di intercettazione, affiancati da classici servizi di osservazione controllo e pedinamento, corroborati da una rilevante attività di acquisizione documentale effettuata presso i competenti uffici dell’ASP di Cosenza ha permesso di ricostruire i contorni dell’intera vicenda.
All’esito dell’attività è emerso un vero e proprio traffico di farmaci a base di Fentanil, sostanza che produce effetti droganti del tutto sovrapponibili a quelli dati dalle sostanze stupefacenti a base di morfina. Questi medicinali sono stati illegittimamente prescritti a pazienti che non presentavano affatto le patologie per le quali il servizio sanitario nazionale li pone a disposizione dei cittadini. In particolare i farmaci contenenti FENTANIL, quali l’Actiq o il Durogesic, sono antidolorifici indicati per il trattamento del dolore cronico da cancro, da utilizzare solo in presenza di picchi di dolore acuto e in caso di dolore ribelle che necessiti di un’analgesia a base di sostanze oppiacee. Si tratta di farmaci per la terapia del dolore di pazienti terminali, soggetti a crisi di dolore acuto da sedare con morfino-farmaci.
Lo smercio dei farmaciè stato attuato attraverso l’illecita prescrizione da parte di medici compiacenti, i quali, pur essendo perfettamente a conoscenza dell’uso fatto dai pazienti, che non presentavano patologie per le quali fosse necessaria una specifica terapia del dolore con oppiacei, ugualmente redigevano, su istigazione dei beneficiari, certificazioni false, in quanto attestanti condizioni patologiche non veritiere, e inducevano in errore il servizio sanitario nazionale che veniva indotto alla consegna di confezioni di medicinali a soggetti che non ne avevano diritto, i quali, essendo tossicodipendenti, li assumevano personalmente, oppure li rivendevano ad altri assuntori con un grave danno per il servizio sanitario nazionale stesso.
La pericolosità delle sostanze psicotrope commerciate dai soggetti indagati e l’appoggio concreto loro fornito da medici compiacenti rende gli eventi degni di grande attenzione.
I farmaci psicotropi che i medici hanno prescritto agli spacciatori e tossicodipendenti sono interamente a carico del servizio sanitario nazionale per via delle esenzioni cui hanno diritto gli acquirenti. Per quei soggetti che non hanno diritto a tali esenzioni il farmaco rimane a carico del servizio sanitario nazionale previo il pagamento del ticket.
Quindi l’attività illecita cristallizzata comprende le condotte tradizionali di spaccio di sostanze stupefacenti da parte dei pusher nominativamente individuati, di prescrizione abusiva da parte dei medici che hanno prescritto tali farmaci agli spacciatori e tossicodipendenti di cui sopra, e di truffa ai danni del servizio sanitario nazionale che rimborsa il costo di tali farmaci.
Nel periodo che intercorre dal gennaio 2011 al novembre 2013 è stato accertato un ingentissimo quantitativo di prescrizioni operato dai medici indagati in favore di spacciatori e consumatori tossicodipendenti, con un danno ingente al Servizio Sanitario Nazionale. Se tale condotta non fosse circoscritta alla sola area di Bisignano, su scala nazionale il valore della truffa sarebbe di enormi proporzioni.
I medici hanno redatto quindi numerose prescrizioni mediche nelle quali attestavano falsamente che i loro pazienti avessero diritto all’erogazione di farmaci oppiacei, circostanza falsa nota al medico curante ed al paziente che lo istigava a commettere il falso. I sanitari avevano piena consapevolezza della natura dei farmaci prescritti; sapevano esattamente che si trattava di medicinali contenenti principio attivo stupefacente, prescrivibili solo in presenza di patologie che richiedessero la cura analgesica di dolore acuto. Essi, quindi, aderivano alle richieste dei pazienti tossicodipendenti, nella consapevolezza che il farmaco non era destinato alla cosiddetta “terapia del dolore”, ma a soddisfare illecitamente esigenze derivanti dallo stato di tossicodipendenza. Deve desumersi, pertanto, la piena consapevolezza da parte dei medici dell’illiceità di questa pratica, atteso che eventuali terapie disintossicanti erano rimesse a strutture specializzate (S.E.R.T.) e all’utilizzo di metadone, non potendosi attuare la prescrizione abusiva di farmaci contenenti il principio attivo del FENTANIL.
Nonostante ciò i sanitari acconsentivano alle richieste dei loro pazienti a causa dell’insistenza di quest’ultimi, spinti in parte dal desiderio di “aiutarli”, in parte dall’egoistica finalità di non perdere il paziente, che minacciava di rivolgersi ad altri dottori più disponibili.
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