Oliverio ad Amantea: “Il nostro più grande nemico è l’assistenzialismo”

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Grande interesse e partecipazione di pubblico ha suscitato il dibattito sul tema: “Divari e sviluppo: prospettive di crescita per il Mezzogiorno” svoltosi sul Lungomare di Amantea all’interno della Festa dell’Unità. All’incontro, moderato da Antonio Chiappetta ed a cui ha rivolto il suo saluto il sindaco della città Monica Sabatino, hanno preso parte Enzo Giacco, Mario Valente, Luigi Guglielmelli, Federica Roccisano, i parlamentari Stefania Covello ed Enza Bruno Bossio,  il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio.

Particolarmente carico di suggestioni e riflessioni l’intervento di quest’ultimo, tutto incentrato sulla necessità di riaccendere i riflettori sul Mezzogiorno.

Dopo aver ricordato che dagli inizi degli anni ’90 la presenza del fenomeno leghista sulla scena politica nazionale ha posto al centro del dibattito una “questione settentrionale” tutta improntata ad una visione dualistica della crescita e dello sviluppo del Paese, il presidente della Regione ha sottolineato la necessità di abbandonare definitivamente questa vecchia impostazione e di riaprire un confronto scevro da pregiudizi sul fatto che il Sud, per quello che sta accadendo nel Mediterraneo,  anziché essere un problema, oggi può rappresentare una grande risorsa per tutto il Paese.

“La riva Sud del Mediterraneo –ha sottolineato Oliverio– sarà la nuova frontiera mondiale dello sviluppo, soprattutto dopo il recente raddoppio del Canale di Suez. In questo quadro bisogna assumere nelle strategie nazionali il Mezzogiorno come punto di partenza non per riproporre, ammesso che ce ne fossero le condizioni economiche e i margini, vecchie e fallimentari ricette assistenziali.

Il più grande nemico del Mezzogiorno è proprio l’assistenzialismo, che ne ha ripiegato e mortificato le potenzialità. Non abbiamo bisogno di elemosine, ma di un grande progetto innovativo da mettere in campo. Bene ha fatto, quindi, Matteo Renzi, a dedicare una riunione straordinaria della Direzione Nazionale del Pd al problema del Mezzogiorno, a cui ne seguiranno altre nel mese di settembre, per dar corpo ad un vero e proprio cronoprogramma di interventi da effettuare nel Mezzogiorno. Ora spetta a noi cancellare i sospetti, gli antichi pregiudizi, le immagini stereotipate dentro cui si è nutrito per un lungo tempo il “pesce leghista” ed avere le carte in regola per poterci confrontare, senza alcun imbarazzo, al tavolo del confronto nazionale.

Questa è la sfida che abbiamo davanti e su questo obiettivo abbiamo impostato il lavoro del governo regionale”.

“Il Paese riparte –ha aggiunto Oliverio–  se ripartiranno, insieme, il nord e il sud. Non sarà così fino a quando da Reggio Calabria a Roma si impiegherà ancora il doppio del tempo che si impiega da Roma e Milano. La TAV fino a Reggio Calabria e per la Sicilia dovrà essere l’infrastruttura che dovrà consentire la ricomposizione del Paese e anche la sua proiezione verso il Mediterraneo. Bisognerà puntare, inoltre, sulle reti, sulla banda ultra-larga, su Gioia Tauro, sull’istituzione della Zona Economica Speciale. Dobbiamo por mano ad un grande progetto per la sistemazione idrogeologica e definire strumenti che offrano un quadro di convenienza agli investitori e agli investimenti. Dobbiamo agire sulla fiscalità, su forme di automatismo come, per esempio, il Credito d’Imposta, che sgancino sempre di più il rapporto con l’economia dalla mediazione politica”.

“Il Mezzogiorno –ha concluso Oliverio- è pronto. Ci sono amministratori del Pd che vogliono, attraverso nuove pratiche di governo e discontinuità rispetto al passato, contribuire a fare crescere la terra e le comunità che amministrano e dare un contributo alla crescita di tutto il Paese perché questa parte dell’Italia possa trasformarsi da problema in risorsa. E’ una sfida gigantesca per la quale, però, val la pena spendersi ed impegnarsi”.

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