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San Lorenzo del Vallo e Soverato sono due comuni calabresi, uno fa parte della provincia di Cosenza e si trova su di un altopiano, l’altro è in provincia di Catanzaro e si affaccia sullo splendido mar Jonio. Apparentemente non hanno nulla in comune eppure, in questi giorni, sono accomunati da un unico destino che è quello di vedersi ridotto il flusso idrico per il mancato pagamento dei canoni idrici alla So.Ri.Cal. S.p.A., la società mista che ha nei francesi di Veolia il partner privato.
Non vogliamo senz’altro entrare nel merito delle vicende, lo hanno fatto altri nelle sedi competenti, pur tuttavia è necessaria una riflessione su quanto sta accadendo e, presumibilmente, accadrà in futuro. Accade ed accadrà che intere popolazioni si vedranno costrette a convivere con penuria di acqua dovuta non già a crisi idrica ma a crisi “finanziaria”.
Inoltre da quanto letto sugli organi di stampa sembra che il problema potrà avere soluzione quando le aziende che gestiscono l’acqua invieranno direttamente ai Cittadini le bollette, senza chiedere nulla ai Comuni. Quello che temevamo si sta verificando. Da una parte i Comuni saranno “privati” della gestione delle acque e, soprattutto, dell’incombenza di dovere richiedere ai Cittadini il pagamento del canone idrico; ci penserà, con buona pace degli amministratori, direttamente l’azienda con i mezzi consentiti dalle normative vigenti.
Il passaggio all’ambito unico di gestione è consequenziale; ci sono forti sponsor che spingono per l’affidamento ad un soggetto imprenditoriale dell’intero servizio idrico e, conoscendo l’attuale strapotere in Calabria della multinazionale francese Veolia, non è molto difficile immaginare chi gestirà l’intero servizio idrico.
Ci chiediamo allora quali siano le altre importanti attività alle quali si dedicheranno gli amministratori se non si interessano della gestione del Bene Comune più prezioso ed insostituibile per i Cittadini, cioè l’acqua. Ci chiediamo come mai quasi nessun amministratore abbia contestato gli adeguamenti tariffari della So.Ri.Cal. S.p.A. che, come ormai da più di un anno denunciato dal Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica, sono illegittimi richiedendo, di conseguenza, la restituzione delle maggiori somme corrisposte. Domande senza risposta, come pure senza risposta sono rimasti i tanti chiarimenti richiesti da questo Coordinamento sempre nell’interesse dei Cittadini calabresi.
In verità una risposta forte sta arrivando dalle tante piazze e dai tanti Comuni calabresi che stanno organizzando i Comitati referendari per i “2 Sì per l’Acqua Bene Comune” che vedranno nella prossima primavera milioni di italiani respingere la privatizzazione dell’acqua, la logica che è possibile realizzare profitti con l’Acqua Nostra, con il Nostro Bene Comune.
I Calabresi, e tutti gli Italiani, hanno compreso benissimo la distinzione fondamentale tra una gestione effettuata da un Ente Pubblico, che ha come finalità quella di assicurare un diritto per tutti, e quella effettuata da una società di diritto Privato, che ha come finalità la realizzazione di un profitto.
Hanno compreso che non si può più delegare nessuno se non sé stessi partecipando compatti alla consultazione referendaria della prossima primavera che riconsegnerà l’Acqua ai Cittadini, ai legittimi Proprietari, i Cittadini.
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