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“Ricordare a più di trent’anni dalla sua morte Pompeo Panaro, assassinato dalla ‘ndrangheta, significa continuare la battaglia per la legalità, soprattutto ora che in Calabria la ‘ndrangheta continua a colpire, infiltrandosi nelle istituzioni come a Scalea, a Lamezia e negli altri casi che conosciamo. Ora più che mai occorre fare piena luce su quel vile assassinio”.
E’ quanto ha dichiarato il deputato del Pd, Ernesto Magorno, membro della commissione Giustizia della Camera, nel corso dell’iniziativa “Per non dimenticare il caso Panaro”, svoltasi a Paola in Calabria per ricordare il commerciante e consigliere comunale della Democrazia Cristiana che la sera del 28 luglio del 1982 fu vittima della “lupara bianca”, il cui caso è stato riaperto di recente dalla Procura Antimafia di Catanzaro.
“Il governo Letta – ha spiegato Magorno, tra i promotori dell’iniziativa – con la presenza del sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, ha confermato di voler portare avanti l’operazione verità sul caso Panaro, così come già fatto anche dalle autorità giudiziarie che hanno riaperto il caso. Come ho chiesto anche in una interrogazione parlamentare, è necessario fare piena luce su ritardi, eventuali connivenze, omertà, silenzi interessati sulla vicenda di Pompeo Panaro, di cui a trent’anni dalla morte ancora non si conoscono gli autori”.
“Combattere la ‘ndrangheta che soffoca la nostra regione – ha aggiunto Magorno – significa innanzitutto restituire la verità a tutte le vittime della ferocia della malavita. Il caso Panaro rappresenta un debito dello Stato nei confronti non soltanto del figlio Paolo, ma di tutti coloro che resistono ai soprusi delle ‘ndrine”.
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