Questo post é stato letto 30880 volte!
La necessità di fare fronte comune per il bene dei proprio figli ed allo stesso tempo sensibilizzare l’opinione pubblica sulla chiusura del Centro diurno diversamente abili di San Pietro in Amantea. Sono queste le motivazioni principali che hanno spinto i genitori dei ragazzi che frequentavano abitualmente il presidio a costituirsi in comitato, manifestate attraverso il Presidente pro-tempore Arch. Mario Mazzuca, per avviare tutte le forme di protesta possibili per l’immediata riapertura della struttura socio assistenziale.
«Il Centro diurno diversamente abili – spiegano i genitori – è stato chiuso a seguito di un ispezione dei Carabinieri del Nas per un mero atto burocratico che avrebbe potuto essere affrontato in maniera diversa. Dal quel preciso istante è trascorso oltre un anno e tutto sembra tacere. Ma lo sdegno è ancora più evidente se si pensa che i giudici del Tribunale amministrativo di Catanzaro, dallo scorso 22 giugno, giorno in cui si è aperta la discussione in aula sul ricorso presentato dai sindaci afferenti al distretto sanitario di Amantea, non hanno trovato il tempo di fissare l’inizio del dibattimento. Il muro di gomma della burocrazia e dell’inefficienza è stato elevato contro i nostri figli che per le problematiche che devono affrontare rappresentano l’anello debole della catena.
Ma da questo momento, dopo aver atteso che la politica, la giustizia e la dirigenza dell’Azienda sanitaria provinciale, facessero qualcosa diciamo basta. Basta contro la negazione dei diritti, contro il mancato rispetto dei portato ridi handicap e contro i nostri figli che, forse è bene ricordarlo, potrebbero essere i figli di tutti………..(sottolineo di tutti) ».
«In attesa che la burocrazia faccia il suo corso – concludono i genitori – chiediamo l’immediata riapertura del centro e l’apertura di un tavolo di confronto con i referenti dell’Asp per affrontare con immediatezza la questione.
Ogni passo che faremo sarà alla luce del sole, nella massima trasparenza. Partendo da questo presupposto abbiamo preparato un dossier che invieremo alle testate giornalistiche nazionali, affinché il caso del Centro diurno di San Pietro in Amantea diventi un caso nazionale. La nostra rabbia è acuita dal fatto che i sindaci dei comuni aderenti al distretto sanitario, dai cui dipende il centro di San Pietro, hanno già dato la propria disponibilità a farsi carico dei costi di gestione, sollevando l’Asp da ogni spesa. La sensazione è che qualcuno abbia sbagliato nel sospendere le attività del centro, ma sbagliare è umano, perseverare è diabolico».
Arch. MARIO MAZZUCA
Questo post é stato letto 30880 volte!