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Ancora un altro rinvio, un’altra concessione temporanea per i circa cinquemila lavoratori Lsu Lpu della regione Calabria, uomini e donne che col loro lavoro supportano le pubbliche amministrazioni ed i servizi ai cittadini.
Calabresi ormai stabilmente precari, giovani, padri e madri di famiglia che non hanno la possibilità di guardare oltre i prossimi sei mesi, oltre i prossimi tre mesi, a volte neanche al prossimo mese. Così la Regione Calabria, di proroga in proroga, di concessione in concessione, tiene sistematicamente sotto ricatto questi lavoratori precari ormai da sedici anni con l’angoscia di potersi vedere sbattuti in mezzo ad una strada da un momento all’altro, come sembrava essere successo qualche settimana fa, prima dell’ennesima irrispettosa proroga.
Non solo: in sedici anni di lavoro prestato alle pubbliche amministrazioni, la legislazione non riconosce loro neanche una lira e un euro di contributi previdenziali, come se fossero lavoratori in nero ed ancor di più a rimarcare che il loro sudore è offerto in cambio di gentile concessione, e non per dignità e per diritto.
Una vicenda, come tante che siamo costretti a commentare, che non ha colore politico, ma che ha visto nel corso degli anni, tanto al governo nazionale quanto a quello regionale, corresponsabilità irresponsabili di centro-destra e centro-sinistra.
La disoccupazione in Calabria, in particolare quella giovanile, raggiunge ormai delle cifre drammatiche, e la fuga di cervelli, di braccia e di sentimenti è ormai tornata all’ordine del giorno di tutte le famiglie del meridione. Tutto questo è accaduto soprattutto per l’imposizione di un modello lavorativo barbaro e di un modello di pubblica amministrazione indecente: non ci sono i soldi per i lavoratori ma ci sono per i mega progetti fallimentari, non ci sono i soldi per finanziare progetti di occupazione giovanile e per le università ma ci sono per centinaia di consulenze, portaborse, apparati, strutture inutili.
Per questo riteniamo che la battaglia che in queste settimane stanno tenendo i lavoratori Lsu-Lpu sia una battaglia di tutta la cittadinanza perché è una battaglia per la dignità del lavoro e della nostra gente.
Saremo al fianco dei lavoratori nei prossimi presìdi ed in tutte le iniziative che mireranno al riconoscimento dei diritti ed alla promozione di un modello di lavoro e di sviluppo che crei occupazione dignitosa e benessere offrendo servizi e valorizzando il nostro territorio.
Si tratta di chiudere la lunghissima pagina fatta di clientele, favoritismi, ricatti e devastazioni territoriali che caratterizzano l’attuale sistema calabrese, e di una lotta che parte e miri a risultati concreti ed urgenti: tra questi, la stabilizzazione dei cinquemila Lsu-Lpu ed il riconoscimento dei diritti previdenziali che qualsiasi paese civile non si sarebbe neanche sognato di non riconoscere.
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