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«Legalità è coerenza. Il discorso sulla cultura della legalità non si può chiudere con libri e convegni, sarebbe troppo facile. Le istituzioni dello Stato, anzitutto quelle di governo pubblico, devono dare esempi veri e concreti di legalità». Lo dice il giornalista e scrittore Emiliano Morrone a proposito dell’arrivo, martedì 6 agosto, di Antonio Nicaso e Nicola Gratteri a San Giovanni in Fiore (Cosenza), per un incontro sulla legalità organizzato dall’amministrazione comunale a partire dai libri dei due autori.
Morrone, che apprezza tutte le iniziative per la cultura della legalità, dichiara: «In Calabria è giunto il momento di tracciare una linea di demarcazione netta. Nicaso e Gratteri sono due testimoni eccellenti di legalità, della lotta culturale per la giustizia che rinvia all’eredità di Paolo Borsellino. Tuttavia, non si può tacere che le amministrazioni locali sono rimaste mute e ferme su una serie di gravi irregolarità, dall’Abbazia florense agli abusi in edilizia. Non basta invitare figure come Nicaso e Gratteri per dimostrare legalità.
Il rispetto delle regole nasce anche dal buon esempio di chi amministra». Il giornalista precisa: «Gratteri e Nicaso sappiano che l’amministrazione comunale di San Giovanni in Fiore è rimasta immobile su gravi irregolarità che riguardano l’Abbazia florense, monumento del XIII secolo. Esattamente l’anno scorso, il sindaco aveva promesso di risolvere questioni delicate sull’utilizzo di alcuni locali dell’edificio religioso, che è cosa nostra, cioè bene pubblico. Tante parole, ma nello specifico tutto è rimasto come sempre, cioè fuori della legge».
Morrone conclude: « Gratteri e Nicaso chiedano come me coerenza a San Giovanni in Fiore, visto che nell’amministrazione comunale c’è chi, come dimostrano dei filmati disponibili, ha negato fino all’altro ieri la presenza di cosche di ‘ndrangheta nel nostro territorio».
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