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Morano saluta l’olmo di Piazza Maddalena. L’esemplare, posto a dimora nel 1996, (dopo il primo storico taglio radicale del 1982) sentinella muta e attenta di ménage cittadini, intrecci e relazioni sociali, tradizioni popolari e religiose, nella mattinata di oggi è stato abbattuto in esecuzione di un’ordinanza sindacale. L’operazione si è resa necessaria per la “mancanza di stabilità” dell’albero – si legge nel provvedimento vergato dal Primo cittadino Nicolò De Bartolo – e il “pericolo per la pubblica incolumità” legato alla circostanza.
«E’ una notizia che non avremmo mai voluto dare», afferma il sindaco Nicolò De Bartolo: «Ne siamo sinceramente dispiaciuti. Ma viste le relazioni degli uffici comunali competenti, nostro malgrado, con profondo dolore, siamo stati costretti a intervenire tempestivamente e abbattere la pianta, fomite il portamento squilibrato che essa ha assunto nel tempo. Portamento che ne ha fortemente minato la stabilità, al punto da costituire un serio pericolo per la pubblica incolumità dei pedoni, del traffico veicolare e delle strutture abitative limitrofe.
Sostituiremo l’olmo con una pianta della stessa essenza: siamo certi rifiorirà rigogliosa come sta rifiorendo il nostro stupendo borgo. Magari la cureremo meglio di quanto non sia stato fatto sinora, dal 1996 ad oggi o, per andare ancor più indietro, sino al 1982. Duole molto constatare come si tenti di strumentalizzare tutto e di mistificare la realtà. I soliti detentori della “verità rivelata” si guardino intorno e analizzino onestamente le origini delle responsabilità. Pensino a cosa è stato fatto di concreto negli anni passati per salvare la pianta… nuoteranno nel nulla».
Alle dichiarazioni del Sindaco fanno eco quelle dell’assessore all’Ambiente, Biagio Angelo Severino. «Dopo aver preso atto del rapporto a firma del responsabile dell’area Vigilanza dell’Ente nonché dello scrupoloso sopralluogo effettuato dal dirigente del nostro Ufficio Tecnico, l’ing. Domenico Martire, di più, dopo aver sentito il Comando Stazione del Corpo Forestale dello Stato di Castrovillari, competente per territorio», dice Severino, «non potevamo far finta di nulla e giocare sulla sicurezza pubblica. Siamo dovuti intervenire. Prima che capitasse qualcosa di grave. In quel caso di cosa ci avrebbero accusato, di immobilismo? Minestra riscaldata. Non tema la cittadinanza, noi amiamo Morano e proseguiamo con tenacia e impegno per il bene comune».
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