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C’è una gigantesca cortina fumogena che avvolge il federalismo fiscale, nella versione municipale appena riscritta dal ministro Calderoli. Ma c’è anche una certezza: pagheremo più tasse. Questo è il convincimento emerso al termine di un qualificato dibattito, coordinato dal giornalista Antonio Ricchio, e tenutosi lunedì sera nella delegazione municipale di Montalto Scalo.
Una discussione a più voci su un tema di stringente attualità fortemente voluto da Franco Gelsomino (ex amministratore di lungo corso della città di Leoncavallo) che nella sua relazione introduttiva ha puntato l’indice sull’inasprimento delle misure tributarie che i Comuni potrebbero mettere in atto nei confronti dei loro cittadini. Il sostanziale giudizio negativo di Gelsomino è stato condiviso dal sindaco di Montalto, Ugo Gravina: «Già il “decreto Tremonti” ci aveva messo in serie difficoltà. Ora ci costringono a mettere nuove tasse e le prospettive sono tutt’altro che rosee. Questa è una riforma che avvantaggia solamente il Settentrione». E sul pericolo che questa riforma «possa minare la coesione nazionale» si è pure soffermato Guerino D’Ignazio, preside della facoltà di Scienze politiche dell’Unical.
«Inutile girarci intorno: – ha spiegato D’Ignazio – il rischio reale è quello di aumentare la divaricazione tra le nostre regioni e il resto del Paese. Questa riforma è un ricatto della Lega che non tiene conto dei bisogni dei territori più “poveri”». Tutta musica per le orecchie di Salvatore Perugini che questa riforma la conosce molto bene, essendo oltre che sindaco di Cosenza uno dei vicepresidenti dell’Anci: «Si spinge per ottenere l’approvazione di norme a prescindere dal loro contenuto vero, ma solo per mettere la propria bandierina sulla posizione conquistata, soprattutto sul terreno del Nord». Certo, le difficoltà non mancano e Perugini non ha difficoltà ad ammetterlo: «Come associazione dei Comuni italiani stiamo facendo uno sforzo enorme per trovare una posizione che soddisfi l’esigenze di tutti ma da dirigente politico sono convinto che il Pd faccia bene ad opporsi a questa riforma».
Ancora più tranchant la disamina di Roberto Occhiuto parlamentare cosentino dell’Udc e componente della commissione Bilancio a Montecitorio: «Quello del governo è il federalismo delle tasse, e sta preparando la strada per una secessione silenziosa. Infatti, di perequazione si parla troppo poco nei decreti legislativi, mentre l’aumento della pressione fiscale locale peserà sui cittadini e acuirà ancor di più le distanze tra i territori ricchi e quelli in ritardo di sviluppo.
Quando poi finiranno anche i fondi comunitari, che già da tempo si stanno utilizzando per finanziare spesa corrente invece che infrastrutture il nuovo quadro della finanza pubblica e questo federalismo, nel quale la perequazione è soltanto annunciata, renderanno difficilissimo garantire i servizi pubblici nel Mezzogiorno. Allora la Lega avrà compiuto il suo disegno secessionista».
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