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Sono passati due anni e qualche mese dal rinnovo del Consiglio Regionale, i Calabresi aspettavano con ansia il nuovo, oggi invece la Calabria è la regione d’Italia che viene anche snobbata dal Parlamento… basta fare mente locale sulla mozione Calabria presentata alla Camera, finita già a poche settimane di distanza nel dimenticatoio di Montecitorio, mentre sta saltando tutto l’apparato che ha retto e governato la Calabria fino ad oggi senza distinzione tra centro destra e centro sinistra.
Una situazione drammatica tenuta in piedi da una classe politica che tenta in tutti i modi di restare a galla trovando mille espedienti che lasciano il tempo che trovano.
Non è più possibile continuare avanti su queste basi, la Calabria è in ginocchio e la politica non può arroccarsi sulla vittoria di parte intesa come una disputa calcistica, non vince chi porta a casa più gol, qua sta perdendo una regione intera che ha mille problemi e che la politica continua a sottovalutare trincerandosi dietro a mille rivoli di appartenenza politica e steccati ormai abbondantemente superati.
L’insensibilità dimostrata dalle forze politiche in seno al consiglio regionale è un qualcosa di strabiliante, ci troviamo di fronte ad una realtà che sta iniziando ad intraprendere una strada senza via d’uscita, voluta da tutti coloro che non vogliono ammettere la loro totale inadeguatezza a governare la Calabria. Non è questione di essere maggioranza o opposizione la situazione Calabrese è frutto della mancanza di progettualità, di proposte e di idee che l’intero consiglio regionale negli anni non ha saputo mettere in atto.
Il riscatto della nostra regione avverrà solo e soltanto se i calabresi sapranno dire no alle solite logiche di appartenenza, sapranno dire no alle varie forme di clientelismo che ancora si annidano nel mondo politico, sapranno di no alle solite promesse, sapranno dire no alla sottomissione psicologia e materiale che da anni ha di fatto ammutolito il nostro popolo.
La politica nella nostra regione ha sempre trovato sponda e giustificazione nel fenomeno della” ‘ndrangheta” imputandole tutto il male e l’arretratezza in cui versa la Calabria, alcuni sostengono invece che il male della Calabria sta nella politica figlia di un apparato che vuole tutelare e concentrare la ricchezza, il sapere e il potere nelle mani di pochi.
E’ giunta l’ora di rompere queste catene, di ribellarsi a questo stato di cose, non è accettabile che la Calabria venga penalizzata, sulla sanità, su trasporti, sulle infrastrutture, e via dicendo, potremmo scrivere un libro. I calabresi devono avere il coraggio, la forza e la determinazione di ribellarsi non solo manifestando ma partecipando attivamente al rinnovamento. Urge uno scatto d’orgoglio, ogni Calabrese deve sentire sulle proprie spalle la responsabilità dell’attuale situazione politica, economica e sociale in cui versa la Calabria.
Bisogna ripartire con idee nuove, bisogna ridare speranza alle famiglie e alle imprese, occorre rilanciare i settori trainanti della nostra economia che sono l’agricoltura e il turismo, bisogna garantire ai calabresi i servizi essenziali come il diritto alla salute.
Se la classe politica calabrese non è in grado di sopperire a tutto questo, allora in via eccezionale e in deroga alle leggi vigenti è opportuno che lo Stato si sostituisca e rimetta ordine nell’apparato amministrativo della nostra Calabria.
Non possiamo continuare a camminare a suon di Mozioni…
La nostra proposta ed invito alla classe politica calabrese sono le dimissioni immediate, per ridare alla Calabria la possibilità di agganciarsi in maniera organica al nuovo assetto politico nazionale.
Francesco Grandinetti: coordinatore regionale Mille per L’Italia Calabria
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