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Sembra di aver già assistito a queste scene. Il sindaco del paese che batte i piedi per farsi “ascoltare” dalle istituzioni preposte, affinché spianino la strada alla realizzazione di opere che avranno ripercussioni gravi per l’ambiente e la salute della cittadinanza.
Era qualche mese fa che a Casignana, in provincia di Reggio Calabria, tutti i responsabili sono stati indagati e arrestati, scaricavano il percolato nel torrente sottostante la discarica e nel frattempo “pressavano” in maniera inconsueta i vertici delle istituzioni preposte a controllare ed autorizzare ampliamenti e sversamenti.
Anche a Castrolibero succedono cose simili, ma la Procura di Cosenza forse è troppo impegnata: percolato fuori controllo, frane dappertutto, sversamento di rifiuti non consentiti, colline smembrate, odori nauseabondi, eccessiva vicinanza ad abitazioni e scuole, sperpero di denaro pubblico, infrastrutture costruite su terreni incendiati e tanto altro.
Oggi il sindaco Orlandino Greco piange perché non gli vengono concesse le autorizzazioni ed ulteriori soldi per costruire una megadiscarica di rifiuti indifferenziati (camuffata con il nome di cittadella energetica) da oltre 900mila metri cubi. La minacciata chiusura della discarica è un bluff, infatti se dovesse chiudere realmente la discarica dovrebbe anche giustificare e ridare indietro i milioni di euro già ricevuti. Anche il sindaco Greco “pressa” in maniera inconsueta, anche se forse non come il suo collega reggino. Noi non possiamo saperlo. Il sindaco parla di “difficoltà economiche”, ma non dice dei finanziamenti già ricevuti per costruire l’ennesima buca nel terreno e la costruzione di una strada inutile.
Parla di oneri finanziari troppo alti, eppure il sindaco è anche ingegnere, i costi di gestione li ha scoperti adesso? In verità il sindaco bluffa, ha puntato molto sugli introiti che riceverà da questa mega discarica. Si lamenta della lentezza degli uffici del Commissario, ma forse il sindaco è abituato alle “autorizzazioni a richiesta”; e se gli uffici regionali avessero trovato dati e atti non conformi, e stessero verificando?
Parla di “nostra discarica” quando in realtà la discarica è stata interamente finanziata con soldi regionali, delle tasche di noi cittadini, e alla fine il sindaco si erge pure a proprietario della discarica, “senza portafoglio” aggiungeremmo noi.
Il popolo calabrese non è più disposto ad accettare alcun ricatto o speculazione sul proprio territorio. Il Commissariato per l’emergenza rifiuti,Quello che fino a ieri era un porto delle nebbie di cui molti cittadini ignoravano l’esistenza, è diventato noto a tutti ed ha suscitato il grido che dalle strade di Crotone il 12 novembre è giunto stridente fino a Palazzo Campanella ed ai palazzi romani: MO BASTA! L’unica via ragionevole è il ritorno della responsabilità agli enti locali, i quali senza alcuna deroga devono realizzare un sistema completamente pubblico che si basi sulla raccolta differenziata spinta porta a porta finalizzata al riciclo e riutilizzo totale. Chi non è in grado di farlo, dal sindaco del piccolo comune alle istituzioni regionali, passando per i presidenti della provincia, si dimetta senza riserve.
Il tempo della cuccagna maleodorante in Calabria è finito. Faccia, il sindaco, un passo di onestà intellettuale, si dimetta.
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