Mazzuca interviene nel dibattito sulla metropolitana leggera

Natale-Mazzuca

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L’esperienza maturata nel tempo, tanto come imprenditore che come cittadino impegnato nel sociale, ha finito con il confermare e rafforzare in me la convinzione che sia meglio una buona cosa subito che una ottima mai. Certo, questo presuppone il saper operare delle scelte a tempo debito.

Assumendo su di sè più gli oneri che gli onori, non potendo ricorrere alla pratica tanto diffusa (ahinoi) del non scegliere, del procrastinare, della estenuante ricerca dei distinguo, della generalizzata deresponsabilizzazione. Il dibattito che si sta sviluppando in questi giorni intorno alla realizzazione della cosiddetta metropolitana leggera, mi sembra, nella migliore delle ipotesi, essere afflitto da questa consuetudine che non può certamente essere annoverata tra le buone prassi.

In tempi di crisi perdurante e diffusa, di ingenti perdite di posti di lavoro, di significativa riduzione del tessuto imprenditoriale locale, di futuro che più incerto non si può per i nostri giovani, quello che appare è che si stia ragionando se e come sia possibile rinunciare a 160milioni di euro di fondi comunitari destinati a realizzare una importante opera pubblica su cui si è già discusso e dibattuto a lungo, tenendo conto che la stessa è già in fase di gara e che l’investimento non potrà essere in alcun caso destinato ad altro.

La circostanza, semmai, potrebbe essere utile a rilanciare con nuovi contenuti e conoscenze il dibattito sul processo di sviluppo dell’Area Urbana, avanzando proposte riguardo la sperimentazione di nuove modalità di elaborazione e gestione degli interventi al fine di accrescerne il livello di qualità ed efficacia. Sviluppo e qualità della vita non sono esiti spontanei. Le infrastrutture, da sempre, costituiscono un motore importante della crescita sociale ed economica delle aree urbane.

La disponibilità, la varietà e la qualità di infrastrutture fisiche, così come la loro integrazione con interventi di carattere immateriale dalla formazione alla ricerca e sviluppo, dal trasferimento tecnologico alla creazione di impresa, contribuiscono ad accrescere i vantaggi competitivi delle imprese. Allo stesso modo, la presenza di un’adeguata e moderna dotazione di strutture e infrastrutture pubbliche può garantire un innalzamento del benessere collettivo. E’ decisivo però che gli attori ci credano e siano conseguenti.

Nello specifico, una serie di criticità ancora esistenti nelle interazioni tra mondo istituzionale e produttivo sembrano ostacolare il dispiegamento effettivo del potenziale di sviluppo economico e sociale del territorio. La nostra Area Urbana, come noto, soffre di una sottodotazione endemica di reti infrastrutturali che ne condiziona largamente la produttività generale e la qualità della vita dei cittadini. Più condizioni sono necessarie affinché il potenziale di sviluppo socio-economico contenuto negli  investimenti pubblici possa dispiegarsi per intero.

Occorre una visione strategica di lungo periodo, un’elevata sintonia delle opere programmate con gli obiettivi delle politiche urbane, dei trasporti e mobilità, dello sviluppo economico e delle politiche sociali, nel contesto di un organico coordinamento tra  gli  attori pubblici e privati nella programmazione e gestione degli interventi per garantire l’innesco di meccanismi di virtuosi processi di sviluppo.

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Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

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