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Non è stato messo sotto sequestro l’impianto comunale di depurazione. Non ci risulta, rispetto all’iniziativa riportata sulla stampa di ieri e di oggi, la citata presenza dell’Arpacal, le cui analisi in nostro possesso sono per altro in regola. Se vi sono delle gravi responsabilità generali, in tema di mancato collaudo di impianti di depurazione consegnati all’Ente, queste dovrebbero essere individuate presso l’Ufficio del commissario regionale per l’emergenza ambientale. – E’ quanto dichiara l’assessore all’ambiente Filippo MAZZA, replicando e smentendo quanto divulgato in questi giorni sulla stampa e sul web.
Con l’estate alle porte, visti i numeri e le presenze registrate negli ultimi due anni e considerato l’impegno costante e documentato dell’Esecutivo in tema di tutela dell’ambiente, ci si riserva – aggiunge MAZZA – di assumere ogni iniziativa a tutela dell’immagine della Città e dei suoi operatori turistici e commerciali. E’ curioso registrare, del resto, da una parte la solerzia mediatica preferita su notizie diffuse in modo errato e che danneggiano un’intera comunità e le proprie attese ed esigenze di proiezione e sviluppo turistici; dall’altra, invece, l’assenza di ogni notizia o di inchieste giornalistiche sull’incomprensibile dilazione, da parte delle autorità competenti, rispetto alla individuazione certa della linea di demarcazione demaniale, iniziativa importante da molti punti di vista e su cui l’Amministrazione Comunale ha intrapreso da anni un’iniziativa forte e trasparente. Che c’è sotto? – si chiede l’Assessore.
Dalla promozione della differenziata alla sistemazione delle pompe a tutta una serie di servizi ed interventi connessi a tutela dell’ambiente – afferma il Sindaco Angelo DONNICI – questa squadra amministrativa è impegnata in prima linea, ogni giorno, con metodo e scelte anche forti che sicuramente non meritano questi scoop inutili ed infondati, deleteri da ogni punto di vista. Sono stati sequestrati, da quanto ci risultano, circa 40 metri cubi di fanghi, depositati regolarmente nelle vasche di essiccazione, non dunque l’impianto di depurazione e senza alcun effetto inquinante, diretto o indiretto. Quei fanghi – precisa il Primo Cittadino – non erano affatto debordanti verso il mare, ma contenuti e dunque al sicuro.
Piuttosto – va avanti MAZZA, che intanto ribadisce piena fiducia nella ditta che gestisce l’impianto – le inchieste giornalistiche serie dovrebbero farsi carico di spiegare al territorio come mai questi ed altri impianti sono stati consegnati anni addietro al Comune dall’Ufficio del commissario per l’emergenza ambientale, senza alcun collaudo. Come è stato possibile? Stiamo parlando – aggiunge – di impianti mai controllati. Era prevista, ad esempio, una nastro-pressa, necessaria a ridurre i volumi dei fanghi. Ma non è mai andata in funzione. Perché? – si chiede l’assessore all’ambiente. Analogo discorso andrebbe fatto per altri meccanismi sofisticati previsti allora, siamo nel 2004, destinati nelle intenzioni a migliorare la funzionalità del depuratore ma mai attivati. Ecco la notizia! Di chi sono le responsabilità?
Per quel che ci riguarda – conclude DONNICI – vogliamo collaborare con tutte le autorità preposte. Ma va fatta chiarezza su molte cose e su responsabilità che sicuramente non ci appartengono. Una cosa è certa: non possiamo tollerare lo sciacallaggio mediatico, inutile ad ogni scopo. La Regione Calabria si preoccupi piuttosto di rendere efficienti tutti gli impianti, come il nostro, che rischiano l’obsolescenza. In tal senso, noi stessi abbiamo chiesto dei finanziamenti all’assessorato regionale all’ambiente, ovviamente senza mai avere riscontri in merito. Purtroppo, i fatti sono questi. Il resto è disinformazione. Inutile a questo territorio.
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