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Dissequestro dei fanghi, dopo il ricorso arriva la buona notizia: il Comune aveva ragione. Ora urge mettere in funzione l’impianto perché il ciclo di deposito dei fanghi non si può fermare. MAZZA: bisognerebbe cercare le cause dell’inquinamento altrove, probabilmente note alla Capitaneria di porto. L’Amministrazione Comunale guidato da Angelo DONNICI ribadisce la massima attenzione alla tutela ambientale del territorio.
DICHIARAZIONE ASSESSORE all’AMBIENTE FILIPPO MAZZA
Siamo soddisfatti che si stia facendo luce su questa vicenda. Abbiamo una rilevazione del direttore tecnico – dichiara – che costata il buon funzionamento del depuratore. Ci avevano sequestrano la vasca dei fanghi perché era superiore al limite massimo. Ma – sostiene l’assessore all’ambiente – come facevano i fanghi ad essere 200 metri cubi se la vasca ne può contenere solo 100? Al momento dell’operazione di smaltimento dei fanghi – continua MAZZA – abbiamo chiesto alla Procura che fosse presente anche la Capitaneria, proprio per appurare gli effettivi metri cubi. La ditta incaricata svolge bene il proprio lavoro. Bisognerebbe forse cercare altrove le cause dell’inquinamento, probabilmente note alla stessa Capitaneria.
Si resta invece, nello stallo per ciò che attiene il piano spiaggia – precisa l’assessore MAZZA, ritornando su una questione annosa, sollevata da ultimo nei giorni scorsi.
Le responsabilità sono tutte da ascriversi alla Capitaneria di Porto, competente di diritto per ciò che attiene la delimitazione dell’area demaniale oltre che per le funzioni di pulizia marittima. Il Comune si ritrova gestore del demanio in una situazione ancora, purtroppo, non delineata. L’ente preposto – conclude l’assessore – non riesce a risolvere il problema. Perché? È dal 98 che lo stallo si trascina. Prima con la Capitaneria di porto di Crotone, oggi con quella di Corigliano. Nonostante la forte pressione da parte dell’Amministrazione comunale, a tutt’oggi non si raggiunge l’obiettivo, prioritario e strategico. Che c’è sotto? – chiosa MAZZA.
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