Mandatoriccio, alluvione: sindaco denuncia abbandono dallo Stato

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Il sindaco di Mandatoriccio, Angelo Donnici denuncia l’assenza dello Stato, a circa tre mesi dallo sgombero di 11 famiglie di residenti, imposto da Vigili del Fuoco e Protezione Civile a giugno scorso, in località Cozzo della Gabella, a causa di un notevole movimento franoso sul quale ad oggi chi di competenza non è intervenuto per la relativa messa in sicurezza e che rischia di procurare danni molto più gravi e seri con le imminenti piogge autunnali ed invernali.

“Da quello sgombero ad oggi – protesta il Primo Cittadino – ci ritroviamo a dover ospitare, a spese del Comune, le 11 famiglie sgomberate senza alcun intervento di nessun tipo di parte di tutti gli organi e le istituzioni coinvolte e sollecitate a più riprese, verbalmente e per iscritto”.

“Sono stati vani fino ad oggi – continua – tutti gli appelli e le richieste di riscontri alle quali ci siamo affidati, coinvolgendo la Regione Calabria, la Prefettura di Cosenza e la Protezione Civile. Adesso non sappiamo più cosa fare. Non sappiamo cosa dire alle famiglie. Non sappiamo come far fronte al prolungarsi dell’alloggio garantito a spese del comune. Non sappiamo, soprattutto, cosa potrà accedere a Cozzo della Gabella, rispetto ad un rischio dissesto idrogeologico ad oggi non gestito o altrimenti controllato. Il movimento franoso é infatti in atto. Ma che senso ha, dunque, parlare di emergenza e prevenzione se lo Stato e le sue articolazioni non possono che limitarsi a prendere atto del rischio e della situazione di emergenza o, al limite, di contare i danni così come sta avvenendo di fatto nei territori di Corigliano e di Rossano, violentemente colpiti dal nubifragio del 12 agosto scorso”.

“Per queste ragioni – va avanti – mi sento vicino e comprendo benissimo il senso di impotenza più volte manifestato in queste settimane dai colleghi ANTONIOTTI e GERACI, per il tramite dei quali ribadisco la solidarietà dell’Amministrazione Comunale alle famiglie ed alle attività commerciali danneggiate dagli effetti dell’alluvione ed oggi vittime della latitanza di uno Stato che scarica tutto su enti locali prossimi all’implosione”.

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