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Il problema dell’autoconservazione con l’autoreferenzialismo, il compiacersi di se, e l’arrivismo, che esplodono ovunque, sono i veri “tarli striscianti” che rischiano di implodere nel nostro partito, a rischio di dimenticanza del bene comune, anche se lo strombazza in interventi e comunicati.
E’ la nostra emergenza nell’agone politico più complessivo che, poi, non è da meno di quelle presenti nelle differenti sfumature dell’appartenenza ideologica!
Ecco perché l’urgenza di ritrovare all’interno del nostro ideale quel significato che leghi la rappresentanza alle reali esigenze della regione e non di una leadership.
I nove punti che ho lanciato per una revisione interna delle vere necessità da perseguire possono dare una mano seria al PD regionale per la sua rinascita affinché la trasparenza, la pubblicazione dei bilanci di circoli e federazioni, la rendicontazione delle indennità e delle spese dei gruppi sino al divieto, per il segretario regionale, di partecipare come candidato a competizioni elettorali per tutta la durata del proprio mandato e la creazione di regole certe per la scelta dei componenti delle assemblee e dei direttivi degli organismi nonché la creazione di meccanismi di coinvolgimento legati ad opportunità per una segreteria regionale più vicina alla gente, e non solo ai tesserati, siano l’intenzione palese di un cambio di passo tutto da tracciare , ma anche un nuovo desiderio d’approccio alla realtà partitica, ormai a rischio tra strutture e metodi obsoleti oltre che fallimentari.
Mentre quello che ci chiede la gente ed i compagni di Partito è un colpo di reni: un fattivo cammino che possiamo intraprendere oggi solo se attenti “ai fatti” che ci assediano più che a “quelli propri” che ci opprimono.
Ecco la sfida ed ecco il Campo su cui misurarsi, nel quale “i soliti giochetti del potere” non hanno più presa.
Le persone, grazie a Dio, sono cresciute; vogliono risposte più che tatticismi inutili, anche perché i bisogni richiamano condivisione e partecipazione responsabili il cui contenuto urgente può essere riempito solo con un accordo di fondo tra i rappresentanti delle realtà politiche e sociali su norme e regole comunemente accettate entro le quali ciascuno possa avere lo spazio per la sua espressione e la sua capacità di presenza.
E’ questo quello che deve avvenire nel PD ed è questo quello che auspico e per cui mi sono candidato, sicuro che solo così è possibile creare quelle condizioni per avere un PD regionale più rispettoso dei cittadini.
Altro che autoconservazione, autoreferenzialismo e arrivismo, esternazioni solo di un “inequivocabile “ programma perdente intitolato : “io, solo io, semplicemente io”, che conosciamo molto , anzi, troppo bene.
Con questo giudizio e capacità di discernimento “corro” la mia esperienza per una ripresa senza ostacoli e veti incrociati, appartenenti questi ultimi a logiche lobbistiche, o di linea, che hanno segnato anche il passato del partito, causando sofferenze e ripercussioni non di poco conto.
Questo è, insomma, il percorso e la sfida che mi sento di consegnare a tutti al fine di sconfiggere vecchie regole, legate a quell’autoreferenzialità sottile e stancante che non ha mai portato a nulla e, soprattutto, non ha fatto, lo ripeto ancora una volta, crescere responsabilmente nessuno nel Partito e ovunque.
Da qui il desiderio di lottare tenacemente per questo cambiamento il quale non può che passare per un sano coinvolgimento tra coloro i quali percepiscono questa mia stessa urgenza e che necessita di figure all’altezza della sfida che ci attende.
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