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Parlare di Shoah non è facile. Spesso i sopravvissuti hanno utilizzato il silenzio per testimoniare l’orrore a cui avevano assistito. Le parole, insufficienti a comunicare l’esperienza del campo di sterminio, con la loro assenza testimoniavano il tentativo di recupero del pudore, di quella dimensione privata che la vita del lager aveva drammaticamente annullato.
Il campo di concentramento – scrive Milan Kundera – è l’eliminazione totale della vita privata. Il silenzio, in quest’ottica, diventa il mattone primo su cui ricostruire la propria esistenza.
Ma chi quest’esperienza non l’ha vissuta ha il dovere di parlare e l’obbligo di ricordare. Diventa un’operazione indispensabile, oggi, recuperare alla memoria collettiva le testimonianze di quanti vissero l’orrore dell’Olocausto, perché la vergogna non goda alcuna amnistia.
La Compagnia Teatrale Lalineasottile di Castrolibero, anche quest’anno, propone, in ricorrenza della Giornata della Memoria, il progetto “I giovani ricordano la Shoah” con la rappresentazione, in alcune scuole della regione, dello spettacolo “TEREZIN. Le farfalle non volano qui”, regia Massimo Costabile, interprete Antonella Carbone.
Una proposta di teatro/narrazione in cui si affronta la terribile realtà dei bambini che furono internati nel lager di Terezin prima di essere uccisi nelle camere a gas e bruciati nei forni crematori ad Auschwitz. Nel campo di concentramento di Terezin furono rinchiusi 15.000 bambini di cui solo qualche centinaia riuscì a sopravvivere. Durante il periodo di internamento i bambini, tutti al di sotto dei 14 anni, riuscirono a scrivere poesie e comporre disegni.
Attraverso le loro opere, i bambini di Terezin hanno continuato a vivere e a comunicare i loro sentimenti, le paure, il terrore, la rabbia, l’angoscia, l’ansia, le speranze, i sogni dei loro ultimi giorni. Disegni e poesie che descrivono la vita squallida del ghetto, ci comunicano un senso di oppressione e un’angoscia che toglie il respiro. Disegni e poesie che richiamano il sogno, il ricordo, la speranza, il desiderio di ritornare a vivere.
Con l’ausilio di qualche oggetto e di immagini/video l’attrice, sola in scena, nel doppio ruolo di narratrice e di superstite, ci fa rivivere da una parte, le sofferenze, le paure, la disperazione, la solitudine nel campo di concentramento di Terezin e dall’altra, attraverso i disegni e le poesie, la speranza dei bambini di rivedere di nuovo una farfalla volare sui prati. Si ricrea quello che i bambini di Terezin hanno cercato di rispondere con la loro dolcezza e con il loro infantile dolore ad uno dei più allucinanti avvenimenti dell’ultimo conflitto mondiale.
Le repliche inizieranno il 23 e 24 gennaio nella scuola media di Taverna di Montalto e a continuare: 25 “Teatro “A. Tieri” di CS, 26 Tropea, 27 Rovito, 28 e 30 Castrovillari, 31 Acri, Febbraio 1 e 2 Castrolibero, 3 Cinquefrondi, 4 Bisignano, 6 Santa Sofia d’Epiro.
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