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L’hai sentito? E’ questo il quesito che, ultimamente, scuote il tran-tran dei calabresi che vivono al confine con la Lucania, nel territorio del Parco Nazionale del Pollino. La terra, infatti, trema, e lo fa, ormai, ripetutamente da giorni. Un fenomeno che preoccupa e riporta alla mente scenari di non estremamente remota memoria, le cui ferite stentano e stenteranno a lungo a rimarginarsi.
Per capire più da vicino cosa stia succedendo al di sotto dei territori di questa zona dello Stivale, abbiamo rivolto alcuni quesiti ad un addetto ai lavori, il Dott. Franco Mele, Ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) di Roma.
Quali sono le considerazioni di un tecnico di settore relativamente agli ultimi terremoti calabri?
E’ stato osservato un aumento della sismicità a bassa magnitudo nell’area di Mormanno, in provincia di Cosenza. Negli ultimi 30 giorni sono state registrate oltre 130 scosse, la maggior parte delle quali di magnitudo inferiore a 2; i terremoti di magnitudo massima sono stati registrati il 14 novembre alle ore 23:05 italiane (ML = 2.7) e il 9 novembre alle 18:00 italiane (ML = 2.7).
Chiediamo al Dott. Mele se si tratti di movimenti tellurici definibili ‘comuni’, ma ci viene spiegato che non esiste una classificazione similare. E non esiste, a detta del Ricercatore, neanche risposta scientificamente provata al perché dell’intensificarsi di un fenomeno del genere proprio in questo periodo, non essendo, per altro, nemmeno scientificamente dimostrabile la possibile correlazione tra cambiamenti climatici e frequenza dei terremoti.
Verrebbe naturale pensare che l’ultimo sisma turco possa essere correlato ai fenomeni sismici del Sud Italia, ma il Dott. Mele smentisce, ribadendo l’impossibilità, anche in virtù di simili correlazioni, comunque parzialmente possibili, di effettuare le tante agognate previsioni.
Incalziamo nella domanda, chiedendoci del perché, nonostante i grandi passi dell’attuale tecnologia, la materia sismica risulti essere ancora così di difficile lettura, a dispetto, ad esempio, di altre scienze come la meteorologia:
La meteorologia – ci spiega Mele – ha la possibilità di misurare direttamente il mezzo che studia: i palloni per gli studi atmosferici permettono di fornire tutti i parametri necessari alla previsione (temperatura, umidità, velocità del vento).I sismologi studiano un mezzo per la grandissima parte inaccessibile: ogni grandezza è soltanto dedotta e frutto di una interpretazione: non è il risultato di una misura diretta.
Ma di previsione, ad ogni modo, in sismologia si può parlare, sebbene non si tratti di previsione deterministica, come ci spiega il Ricercatore: una previsione di questo tipo (“un forte terremoto avverrà alla tale ora o nelle prossime ore nel tal luogo”) non è ancora oggi possibile e forse potrebbe non esserlo mai. E’ possibile, invece parlare di previsione probabilistica (dopo che è iniziata una sequenza sismica con un forte terremoto, è possibile seguire l’andamento della sismicità a magnitudo più bassa, ma tali previsioni sono oggi possibili solo dopo che il grande evento distruttivo è già accaduto) e di previsioni a lungo termine (che richiedono notevoli conoscenze storiche, geologiche, sismologiche oggetto di studio da parte di Istituti di Ricerca specialistici; in base a tali conoscenze è possibile fare previsioni a lungo termine sui futuri possibili eventi sismici nei prossimi 50 o 100 anni).
Il consiglio che si può dare al comune cittadino – conclude il Dott. Mele – è il seguente: verificare che la propria abitazione rispetti le norme antisismiche e chiedere alle Autorità competenti che tutti gli edifici frequentati dai propri cari rispettino le norme antisismiche. In un’area ad altissimo rischio sismico come la Calabria – conclude il Ricercatore – se la propria casa non rispetta le norme antisismiche, non ci sono scorciatoie: la si deve mette in sicurezza.
Un monito, quello di Mele, udito e stra-udito nel tempo, ma che, nonostante tutto, non sembra essere mai stato preso alla lettera, stando ai rovinosi accadimenti anche del vicino passato. L’auspicio è che almeno questa volta la spinta verso atteggiamenti preventivi venga in primisdalla gente, quella stessa che, così come scende in campo per le battaglie più disparate, allo stesso modo dovrebbe pretendere di poter vivere e lavorare in costruzioni anti-sismiche.
Rossella Regina
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