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Dal preoccupante dato medio sullo spreco di denaro nella sanità pubblica, con cui si accerta una dispersione di almeno 13 miliardi di euro negli ospedali italiani, pari al 29% del costo generale della spesa nazionale, la Calabria arriva addirittura all’incredibile percentuale del 46,4%, massimo punto di spesa non idonea nel settore della sanità pubblica.
“A seguito di tale analisi, ritengo si renda immediata e necessaria un’opera di riduzione e ottimizzazione delle spese di gestione di questo delicato settore pubblico, sia per quanto riguarda i troppi ricoveri inappropriati che si registrano ancora negli ospedali della nostra regione, insieme ad un’ingovernabile duplicazione delle prestazioni e delle analisi mediche, sia per l’insoddisfacente gestione del servizio di acquisto farmaci, oggi decisamente inadeguato circa la reale esigenza delle strutture ospedaliere”.
Ad affermare ciò è il Responsabile Nazionale UDC per l’Innovazione e l’Informatizzazione nel Servizio Sanitario Nazionale, Elio D’Alessandro. “Come Ufficio Sanità dell’UDC proponiamo un sollecito sviluppo di interventi in campo organizzativo e gestionale, al fine di migliorare la qualità delle prestazioni erogate e per collocare realmente il paziente, con tutte le sue problematiche, al centro della nostra attenzione. Sono convinto che per molte necessità di ordine sanitario, ci si possa occupare adeguatamente del paziente anche al di fuori delle strutture ospedaliere.
Con una buona rete di assistenza domiciliare e con un protagonismo rinnovato dei medici di famiglia, infatti, si potrebbe garantire il giusto interessamento a tutti quei malati che non debbono essere necessariamente ospedalizzati e si riuscirebbe a limitare loro molti disagi, evitando inutili soggiorni ospedalieri e riducendo notevolmente i costi per la struttura sanitaria”.
Come giustamente affermato dal dirigente Elio D’Alessandro, con la crisi economica che non sembra attenuarsi e con i continui tagli alla spesa per la sanità pubblica e privata, bisogna ridefinire immediatamente le strategie e i processi di spesa in questo settore. In particolare, nella riorganizzazione dei servizi, ma anche nella distribuzione delle risorse e degli investimenti in soluzioni tecnologiche innovative, oltre che nell’adozione e nell’implementazione di nuovi modelli organizzativi per l’aggregazione tecnologica dei processi.
Ma, soprattutto, tenendo conto della condivisione ed erogazione delle informazioni sensibili, che consentirebbero alle strutture ospedaliere calabresi di raggiungere standard qualitativi elevati, mettendo altresì gli amministratori della nostra regione e la politica che essi rappresentano nella capacità concreta di razionalizzare la gestione delle criticità del sistema sanitario calabrese.
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