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Sarà presentato alle ore 19 di domani, 18 agosto 2011, presso la sala consiliare del Comune di Lago (CS) l’opera in due volumi di Martino Milito dal titolo “Viaggio attraverso i documenti, in una Terra di Calabria Citra”, che ripropone alcuni dei momenti cruciali della storia della Calabria.
La lettura di questi due tomi conducono alla scoperta di molti segmenti di storia poco conosciuti della nostra regione, inoltrandosi fra le pieghe più recondite della realtà quotidiana del tempo.
L’evento, moderato per l’occasione dal giornalista Valerio Caparelli, ha in programma la partecipazione di due illustri studiosi: lo storico Sergio Giuntini, docente presso l’Università Statale di Milano e il prof. Achille Notti, ordinario di Docimologia e Pedagogia Sperimentale presso l’Università degli Studi di Salerno.
“Il libro che presenterò innanzitutto ai miei concittadini – riferisce nella nota alla stampa lo scrittore Martino Milito – è il risultato di un’accurata e paziente lettura di documenti di archivio, effettuata per appagare l’istintiva curiosità, nutrita sin dalla prima età scolare, che mi spronava a conoscere le vicende accadute in passato nel mio paese natale.
Il libro mette in luce l’affinità tra le esperienze vissute da una miriade di piccole comunità meridionali e il palcoscenico di Lago può assurgere, senza ombra di dubbio, a luogo universale di riferimento nel quale una moltitudine di attori recita la perenne commedia umana con le sue vittorie e le sue sconfitte, le sue miserie e le sue nobiltà. Il tutto sullo sfondo dei grandi accadimenti del tempo che riversarono i loro effetti sulle generazioni successive e che, contestualmente, le ha rese protagoniste e vittime di determinate scelte”.
Si può dire che l’opera rappresenti un microcosmo della storia del Mezzogiorno, ma anche un macrocosmo per la storia degli uomini, visti nel loro “particolare”: uno specchio che recepisce l’immagine di una società e la proietta al di fuori in un contesto ben più vasto. Il contenuto del libro, con la sua ricca messe di documenti, offre molti spunti per ulteriori ricerche e nuovi dettagli sulle vicende che hanno segnato indelebilmente l’evoluzione storica, sociale ed istituzionale di tutto il Mezzogiorno d’Italia: dalle “Scuole normali” in Calabria in periodo illuministico alla sfortunata esperienza della Repubblica Napoletana del 1799 con la velleitaria appendice della rivolta filoborbonica del 1806; dall’abolizione della manomorta, durante il Decennio francese, alla Rivoluzione del 1848 in fase risorgimentale con la conseguente “questione demaniale” che, scaturita dalla legge eversiva della feudalità del 1806 e dalla legge sulla devoluzione del patrimonio ecclesiastico del 1807, ha costituito il punto nevralgico dell’intera questione meridionale con problemi ancora oggi irrisolti.
Nel libro di Martino Milito, l’excursus su questi eventi mette in risalto il grande ruolo svolto dalla società meridionale nella costruzione dello stato unitario, comprovando che tutti i generosi ed eroici tentativi, volti ad emancipare le popolazioni meridionali dall’Ancien Régime attraverso coraggiose riforme, han dovuto fare i conti con i comportamenti che hanno raggirato o asservito le leggi ad esclusivo interesse di pochi, svuotandole di efficacia. Leggendo le pagine di questi due volumi, si può facilmente comprendere come questa condotta, reiterandosi nel tempo, sia diventata costume perpetuando vecchi schemi feudali che, ancora oggi, continuano a soggiogare il Sud d’Italia con il bisogno, l’arretratezza culturale e il degrado morale.
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