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“E’ uno sciopero senza precedenti quello indetto dai calciatori, poiché riguarda la categoria di lavoratori più privilegiata d’Italia, e, proprio perciò, non potrà non avere gravi ripercussioni sul mondo dello sport italiano”.
Al contrario, da parte loro sarebbe stato un gesto sportivo, questa volta nel vero senso della sua accezione, quello di scioperare per coloro che rischiano la propria vita per garantire la loro incolumità.
Il richiamo è, naturalmente, alle Forze di Polizia, che ogni domenica sono chiamate a tutelare l’ordine pubblico per pochissimi euro (l’indennità di ordine pubblico, infatti, è di circa 10 euro), e, molto spesso, si ritrovano costrette a fronteggiare teppisti travestiti da tifosi.
Ma, se vogliamo essere ancor più specifici, ogni domenica vengono impiegati complessivamente circa 10.000 uomini tra poliziotti, carabinieri, finanzieri, sottraendoli al controllo del territorio.
Ha fatto bene il Segretario Generale del Coisp – Sindacato Indipendente di Polizia – Franco Maccari, a rivolgersi, con una lettera aperta, ai Presidenti delle società di calcio e al Ministro dell’Interno, in cui li ammonisce senza mezzi termini: “dovete pagare per chi garantisce la vostra sicurezza”.
Come Rappresentante Politico della sicurezza e difesa in Calabria, non posso, infatti, non ritenere esemplari le parole del Segretario Maccari, in quanto lasciano facilmente intendere che la sicurezza non va considerata come un costo, ma come un prezioso investimento in capitale umano, l’unico che consente veramente ad un sistema sociale ed economico di crescere e produrre benessere.
Ed io personalmente, in ossequio al mio mandato territoriale, sento l’impellente necessità di rivolgermi ai Presidenti delle squadre di calcio calabresi, ossia del Cosenza, del Catanzaro, della Reggina, del Crotone e della Vibonese, perché si adoperino affinchè gli stadi divengano patrimonio delle società di calcio, che i loro costi di gestione non gravino più sulla collettività, che l’ordine pubblico divenga all’interno delle medesime strutture completamente a carico delle società; tutto questo sulla base di un dato di fatto imprescindibile: “le società sportive hanno già troppi vantaggi e privilegi per essere destinatarie anche di servizi di vigilanza gratuiti pagati dai contribuenti”.
Ciò significa, quindi, che le società sportive, che, oggi, com’è noto, si sono trasformate in vere e proprie aziende che ogni anno investono milioni e milioni di euro per acquistare e “coccolare” calciatori (spesso anche scadenti), d’ora in poi dovranno assumersi l’onere della gestione della sicurezza dentro e fuori gli impianti sportivi, fornendo anche alle Autorità competenti mezzi e uomini in ausilio alle Forze di Polizia, ovviamente nel rispetto assoluto dei ruoli e delle funzioni di
tutti.
Perché ognuno si assuma le proprie responsabilità, e comprenda una volta per tutte che la sicurezza non è una mera concessione, bensì un Diritto Costituzionale, il Ppsd, unitamente al Coisp promuoverà iniziative sul territorio rivolte a sensibilizzare i nostri Parlamentari, alcuni dei quali, molto spesso, sono concentrati, allo stadio, a fare il tifo per i calciatori, anziché preoccuparsi di elaborare interrogazioni parlamentari dirette a richiedere l’adozione di pene severissime per le società i cui tifosi commettano violenze dentro o fuori gli impianti sportivi, pene in grado di prevedere l’esclusione della stessa società per più anni da ogni competizione sportiva.
Credo, insomma, sia giunto il momento che ognuno di noi si renda consapevole che ai nostri Operatori della Sicurezza dobbiamo questo ed altro, in quanto rappresentano il baluardo del nostro stato di Diritto, e, come tali, meritano di essere protetti.
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