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La Calabria del vino continua a conquistare il Bel Paese: il Doc Pollino Ceraso 2011, prodotto da “I Vignaioli del Pollino” è stato inserito nella guida “Berebene2013”, storica pubblicazione del Gambero Rosso dedicata ai vini che non superano gli 8 euro di costo sullo scaffale..
Bere bene e spendere poco, dunque, si può.
Ma bere calabrese, coniugando magnificamente il rapporto qualità/prezzo, è un imperativo categorico per Natale Braile, il medico che lascia Esculapio ed abbraccia la viticoltura.
L’avventura inizia nel 1999, quando Braile rileva la “Cantina Sociale del Pollino” integrandola ne “I Vignaioli”, azienda fondata nel 1974 che si estende su70 ettarinella natura incontaminata del Parco nazionale del Pollino.
Il 50% della produzione, che è di 300 mila bottiglie all’anno, è destinata ai mercati esteri (Svezia, Danimarca e Germania) coi preziosi Harè (Doc superiore rosso), Ceraso (Doc cerasuolo), Rubino (Doc rosso d’annata), e Cà Sciurea (bianco).
Prodotto con Arvino, Agliano, Lacrima di Cassano, Greco nero, malvasia bianca, Montonico bianco e Guarnaccia bianca, il “Ceraso”, dal colore brillante, è un sapiente mix di uve nobilissime.
Dal colore brillante, ha un bouquet con sentori di macchia mediterranea e di geranio che rendono una perfetta corrispondenza al naso e al palato.
Il massiccio del Pollino, grandioso dono della natura, era già considerato in epoca magno-greca un territorio fertile per la produzione di uve pregiate dal nettare superbo.
Non a caso il Pollino prende il nome dal dio greco Apollineo il quale, narra la leggenda, decantava la virtù del paesaggio e la bontà del vino.
Tra mito e leggenda, la famiglia Braile, da tre generazioni coltiva autentico amore per la terra, proseguendo l’attività impiantata dal capostipite Domenico che, di ritorno dalle Americhe, donò tutto se stesso nella lavorazione delle uve.
Trentasei agricoltori concorrono alla “creazione” del nettare degli dei, seguiti dall’enologo Mario Ronco e dall’agronomo Alberto Pansecchi.
Per Natale Braile, il vino interpreta il territorio e la cultura della sua gente: “Siamo nel cuore della comunità Arbereshe, in luoghi dove ancora si parla la lingua di Skanderbeg, ci sposa col rito ortodosso, e si esaltano i valori di fratellanza e di solidarietà. È una cultura che resiste da cinque secoli e non è un caso se il nostro vino di punta si chiama “Harè”, che significa “gioia”.
La gioia che solo un bicchiere di vino sa regalare, perché in esso c’è la sintesi ed “il fascino di un territorio; il lavoro di tante mani in vigna ed in cantina; i colori delle stagioni ed i sogni della Calabria migliore”.
Il prestigioso riconoscimento sarà consegnato a “I Vignaioli” il 30 novembre a Roma, presso la Città del Gusto del Gambero Rosso.
Il Pollino Ceraso 2011 potrà essere degustato anche nelle Città del Gusto di Catania (il primo dicembre) e di Napoli (il 2 dicembre).
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