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di Cristian Fiorentino
Tra emozioni e un pizzico di nostalgia, nei giorni scorsi, ben due salesiani hanno salutato la comunità coriglianese. In realtà, sono tre gli apostoli di Don Bosco che, in questi mesi e stagione, hanno concluso la loro missione in riva allo jonio. Dopo venti anni era toccato a Don Francesco Gobbin lasciare la città e tanti giovani e meno giovani che ha letteralmente cresciuto nel tempo. Don Francesco tra i primissimi salesiani ad approdare a Corigliano, con l’ausilio di tante altre anime mise in piedi l’attuale opera salesiana, di via Provinciale, “Maria Ausiliatrice- Padre Albino Campilongo” nel 1997. Da allora tanti i missionari salesiani transitati e che secondo il credo di Don Bosco hanno operato soprattutto tra e per i giovani, specie quelli più in difficoltà tanto da impiantare una “Casa Famiglia”. Non solo Don Francesco, ma anche tanti altri padri salesiani hanno svolto il loro mandato al meglio e con proficuità.
Tra questi il giovane albanese Don Tome Mihaj nominato, unitamente al resto della comunità salesiana, dal penultimo arcivescovo in carica Santo Marcianò, della diocesi Cariati- Rossano, come parroco della nuova parrocchia di contrada Gallo D’oro, intitolata ai due Santi Coriglianesi Nicola e Leone e donata alla comunità in loco di San Don Bosco. Grazie al buon lavoro svolto e la giovane età, anche l’apprezzato Don Tome nei giorni scorsi, in una Messa di ringraziamento, si è congedato dai suoi parrocchiani e giovani accettando il nuovo incarico in Kosovo. La sintesi, però, di questi anni, ben nove, è racchiusa nella celebrazione di domenica scorsa proprio presso la casa Salesiana di via Provinciale. Occasione per salutare anche il rettore Don Angelo Draisci, in viaggio verso Foggia, che dalle prossime ore consegnerà l’incarico a Don Natalino Caradente che sarà coadiuvato da almeno da altri due nuovi parroci salesiani. Commovente il ringraziamento dei presenti e di molti animatori, ragazzi e adulti che hanno voluto testimoniare concisamente ma con grande emozione la condivisione di questi nove anni trascorsi tra gioie e difficoltà.
Tanti i progetti e le finalità, così come ha ricordato anche Don Angelo, portate avanti tra mille problematiche ma che proseguiranno così come vuole lo spirito cristiano e indicato da Don Bosco. Gli avvenimenti vissuti in comunione sono racchiusi nella mente e nei cuori di tutti gli interpreti. In questi nove anni nuove generazioni in sinergia con il sostegno di quelle più esperte e navigate hanno fatto emergere la reale concretezza di persone abili nell’ attuare eventi e opere. Lo stesso Don Angelo ricordava l’avvio e il completamento, propri in questi primi di Settembre, dei lavori della palestra al chiuso come altro tassello dell’opera salesiana coriglianese. Ringraziamenti giunti anche direttamente dal sindaco Geraci presente con il capitano dei Vigili urbani Greco e altre autorità.
Anche da parte del primo cittadino uno speciale plauso per quanto svolto nel paese a favore dei più bisognosi e con grande rapporto con associazioni e enti pubblici e privati. Un piccolo braccialetto, I Love Don Bosco, come ricordo ha voluto donare Don Angelo ai presenti che ciò che ha voluto rimarcare: <>. In effetti, i momenti speciali vissuti da Don Angelo con i suoi giovani e tutti gli altri operatori, animatori e semplici fedeli sono stati innumerevoli. Non ultimi, la venuta delle Sante Spoglie di Don Bosco e ancor prima la benedizione della statua Maria Ausiliatrice in cappella. Ma di iniziative, manifestazioni e piccoli e grandi attimi se ne potrebbero contare ad iosa come l’Estate Ragazzi, la Castagnata, la Gmg in Australia, i campi scuola a Righio e tanti e tanti altri indelebili nei ricordi, nelle menti e soprattutto nella crescita di tante giovani leve oggi più che mai forti nello spirito e nella vita.
Don Francesco, Don Tome e Don Angelo hanno elargito una proficua attività e insegnamenti che nuovi operatori salesiani proseguiranno. L’affetto, la memoria e i ringraziamenti dei coriglianesi saranno sempre vivi e reciproci nei confronti di tre efficaci educatori prima ancora che amici.
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