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Recensione di Cinzia D’Antonio
In questa modernità cosmopolita le parole della poetessa Velia Aiello, in Fermenti dell’anima, edita da Galassia Arte di Andrea Mucciolo, sono delle pennellate di colori dalle tinte forti e tenui rubate alla natura, dove “la dolcezza dell’aurora / di un mattino di primavera”, “i mille colori / di un paesaggio autunnale”, insieme alla nitidezza del cielo, la luminosità del sole e la sinfonia del mare, ci accompagnano tutti giorni, ricordandoci chi siamo, chi eravamo e diventeremo.
Un’ermeneutica delle emozioni e della vita, in cui ognuno di noi può facilmente ritrovarsi, che tiene conto dell’inesorabile dispiegarsi del tempo. Come le stagioni e la natura, così l’esistenza percorre ciclicamente le sue fasi vitali e le emozioni che ne emergono rispecchiano un comune sentire, quali l’angoscia e il timore di voler credere eterni i nostri legami, quei sentimenti altalenanti tra tristezza e letizia, dovuti a quelle sensazioni interiori suscitate dagli eventi, dalle persone e dalle cose, in rapporto con la vita. Parla di paesaggi, di luoghi, metafora di quei luoghi interiori: quei luoghi silenziosi “strade, case / anche pietre / mostrano segni / del passato” e ancora “serbano le cose ma non più / le persone”. Tanti sospiri e mille domande “rivolti al cielo”.
Semplicemente la poetessa ci vuole far riflettere che i luoghi della nostra vita raccontano e serbano i nostri sogni, le illusioni, i desideri, e se si osserva bene, in quei luoghi, la nostra storia è incisa sui muri, ed è per questo che “è triste andar via”…
A parlare è la voce vibrante dell’anima, che ci comunica, istantaneamente, per la potenza delle immagini quelle esperienze di vita che lasciano un segno indelebile. E quella voce non può non trasformarsi in fermenti, appunto, dell’anima. Esperienze ed emozioni di cui il poeta vuole serbare chiaramente memoria, per renderle immortali, fissandole con le parole, seppur limitate, per la vasta gamma delle sfumature dei sentimenti e delle riflessioni sul significato profondo della vita. Ed è qui che si apre la penna, sulla vita, come un pennello su un’immensa tavolozza di colori, a riempiere quello spazio, come un foglio bianco, altrimenti vuoto senza le emozioni e i sentimenti. Ma allo stesso tempo quelle stesse parole si stagliano dietro un vetro trasparente o un velo, che cela senza negare e i versi vanno oltre il semplice scritto. Dove si ferma il segno, la parola, comincia l’immagine, procedendo in quell’invisibile, seppur tangibile, universo di emozioni.
Leggendo i versi di Velia Aiello, ricchi dei significati più importanti della vita, ciò che ci colpisce è l’immediatezza del messaggio trasmesso, che non si lascia cogliere soltanto con la razionalità, ma anche e soprattutto con il cuore. Tra le altre cose, ci ricorda anche come sia meraviglioso stupirsi della bellezza e grandezza della natura, ma questo è solo uno spunto per emozionarsi, leggendo e percorrendo insieme alla poetessa il cammino della vita.
Come nella poesia “Emozioni” in cui sono celate e racchiuse, appunto, tutto un turbinio di emozioni di cui la natura vive e respira con noi, un alternarsi di suoni, profumi… e l’anima, sola, su quel “treno veloce”, che è la vita, per ritrovarsi su quel “paesino lassù”. La poetessa si domanda se, su quel treno, è una partenza o è un ritorno… ardua la risposta. E in questo mistero meraviglioso che è la vita, l’anima in silenzio “ascolta”, avvolta dalla natura che le è intorno.
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