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Quattro lavoratori della Ferloc s.r.l., una ex controllata delle FdC adesso di sola proprietà privata, sono stati sospesi dal servizio per il solo motivo di essersi rifiutati di ubbidire agli ordini del padrone che contravveniva disposizioni della DTL.
I quattro lavoratori iscritti e rappresentanti e dell’USB e della Faisa Cisal hanno deciso di non accettare le decisioni unilaterali dell’impresa che, come già sanzionato dal DTL di Cosenza, pretende di riscrivere le regole senza nessun confronto con le rappresentanze dei lavoratori.
Quattro lavoratori che hanno deciso di camminare con la schiena dritta reagendo alle modifiche unilaterali dell’azienda con la disdetta degli accordi aziendali, rifiutandosi di espletare tutte quelle mansioni e attività che i CCNL demandano alla contrattazione di secondo livello e per i quali esistevano precisi accordi di merito.
La reazione dell’azienda, dopo una sfilza di contestazioni pretestuose e illegittime, è sfociata nella decisione di sospendere dal servizio i quattro lavoratori che hanno il solo torto di aver saputo interpretare le norme contrattuali che obbligano le imprese a definire con le rappresentanze sindacali le modalità di espletamento del servizio ad Agente unico e l’eventuale emissione a bordo dei titoli di viaggio.
La reazione dei lavoratori è la conseguenza della decisione unilaterale dell’azienda di modificare gli accordi sottoscritti e le consuetudini in atto per quanto riguarda i criteri normativi dei turni tagliando 40 minuti dei tempi accessori, che vuole imporre la movimentazione degli autobus per rifornimento carburanti senza riconoscere la conseguente prestazione lavorativa, che pretende dai lavoratori, a fine dei periodi lavorativi, che si rechino a versare gli incassi nel loro tempo libero nella sede legale di Cosenza o presso il deposito, inagibile, di Spezzano Albanese.
I lavoratori però non stanno con le mani in mano.
Con il sostegno nostro e del delegato della Faisa-Cisal hanno proposto una serie lunga di denunce per la mancata osservanze del Regolamento CE 561/206, che a dire il vero è disatteso in quasi tutte le aziende compreso quelle pubbliche come la Ferrovia della Calabria; stanno chiedendo l’applicazione del Codice della Strada per quanto riguarda le fermate; hanno fatto intervenire l’ASP di Castrovillari per verificare la idoneità dei locali dell’azienda.
Tutte azioni che, evidentemente, la parte padronale non ha digerito tanto da proporre con motivazioni futili e senza mai citare quale articolo o quale norma imponeva ai lavoratori l’espletamento delle flessibilità richieste. Reazione aziendale che è sostenuta anche dalle altre imprese private che vedono come un pericolo contagioso la rivolta dei dipendenti e la richiesta di diritti e rispetto delle regole.
Abbiamo già dato mandato ai nostri legali per un ricorso urgente al giudice del lavoro, oltre ad aver chiesto al Dipartimento Territoriale del Lavoro di Cosenza l’immediata convocazione di un collegio di conciliazione e arbitrato per come previsto dall’Art 7 della Legge 300/1970 (Statuto dei lavoratori) e contestualmente è stato richiesto alla Regione Calabria l’immediata apertura di un tavolo di confronto al fine di verificare la possibilità di revocare il contratto di servizio al consorzio COMETRA che è garante dell’applicazione corretta delle leggi e dei contratti che regolano il settore da parte delle aziende consorziate.
USB è contro l’arroganza dei padroni e continuerà il percorso di difesa dei lavoratori e dei diritti
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