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di Mario Guido
Il desiderio di scoprire, una buona volta, l’ambitissimo tesoro del re Alarico, capo dei Visigoti che, secondo quanto affermano alcuni storici, dopo aver saccheggiato Roma per tre giorni nel 410 d.c., si ammalò di malaria e morì mentre si trovava ad attraversare, con le sue orde barbariche, la Valle del Crati, ha fatto nascere, in questi ultimi tempi, nel pensiero dell’ex sindaco di Cosenza, arch. Mario Occhiuto, la volontà di realizzare un ambizioso progetto storico-archeologico che, oltre a favorire la ricerca del famoso tesoro, potesse costituire, per la città di Cosenza, un argomento di studio e di valenza turistica ed economica a livello internazionale.
L’ex Sindaco, nel suo grande progetto, per ora, non ha tenuto innessuna considerazione quello che accadde a Bisignano tra gli anni 1986 – 1993, quando un nutrito numero di studiosi e specialisti in geoarcheologia, provenienti da alcuni paesi dell’Europa orientale come la Bulgaria, sottoposero ad attenti esami una strana collina che era nota da tempo col nome di “ Cozzo Rotondo “ e che, si diceva, poteva essere la tomba del mitico Alarico.
Questa collinetta, a forma di tumulo, perfettamente conico, è situata in agro di Bisignano, incontrada Grifone.
Forse è stato proprio il comportamento dell’ex Sindaco di Cosenza a suggerire all’associazione culturale “Gentes” e ai soci dell’Archeoclub d’Italia – sede di Bisignano,l’idea di organizzare un Convegno di studi per riprendere a discutere sulla misteriosa collinetta di contrada Grifone.
“ Le motivazioni che ci hanno spinto ad organizzare questo appuntamento- spiega Alessandro Sireno– presidente dell’Archeoclub di Bisignano, sono, innanzitutto, il voler riportare all’attenzione, in particolare, delle giovani generazioni, questo importante sito archeologico per niente tutelato a valorizzato.
Inoltre, con l’aiuto di esperti del settore , si vuole capire se le indagini condotte su “ Cozzo Rotondo “ trent’ anni fa, possono essere ritenute esaustive, oppure se, considerate le nuove tecniche e le nuove strumentazioni usate oggi dagli archeologi, una nuova campagna di studi potrebbe dare risultati diversi”.
Dopo l’introduzione e la presentazione dell’interessante iniziativa a cura di Alessandro Sireno, ha svolto la sua relazione sul tema del Convegno il prof. Rosalbino Turco che all’epoca dei primi studi e ricerche sull’ormai celebre collinetta,rivestiva la carica di assessore nell’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco, Carmelo Lo Giudice che, all’unanimità, si era dichiarata favorevole a finanziare la campagna di studi con l’intento di svelare l’enigma di Cozzo Rotondo.
Turco ha ripercorso tutte le fasi dell’appassionante studio sul mistero della collina e, servendosi delle pubblicazioni uscite in quel periodo, ha citato alcuni dei giudizi espressi dagli studiosi che intervennero nelle diverse conferenze stampa e nel Convegno conclusivo del quale furono pubblicati gli atti.
Molti di questi studiosi paragonarono “ Cozzo Rotondo “ ai tumuli che si trovano numerosi in Bulgaria ed in altre regioni dell’Europa orientale e sarebbe uno dei più grandi rimasti ancora intatti e ben conservati. Come è noto i tumuli sono una sorta di sepolture costruite per seppellire personaggi illustri e potenti e, secondo il prof. Turco, furono tanti gli illustri ricercatori, geologi,archeologi e storici che accennarono all’ipotesi che la collinetta di Bisignano potesse essere la tomba del mitico Alarico, visto che il fiume Crati scorre a poca distanza dal sito e non sono poche le leggende popolari che parlano di misteriose minacce mortali per coloro che si avvicinano a questo luogo.
A sua volta l’archeologa Rossella Schiavonea Scavello , dopo aver affermato che il territorio di Bisignano è ricco di importanti siti archeologici che vanno da Soverano a Mastro d’Alfio, da contrada Grifone a Campovile ed altri ancora che meritano una notevole attenzione da parte degli studiosi.
Così come- secondo l’archeologa- la collinetta di “ Cozzo Rotondo “ deve essereconsiderata non tanto per quello che potrebbe contenere al suo interno, bensì per la sua presenza in una zona che ha visto il passaggio di eserciti e di popoli nel corso dei secoli.
Inoltre la studiosa ha affermato, con decisione, che il vero tesoro è proprio “ Cozzo Rotondo “ e poiché nelle ricerche e nei sondaggi già effettuati è stata accertata la sua natura antropica, per lo meno per quanto concerne la parte più alta, occorre riprendere gli studi e le ricerche con i mezziche offre la tecnologia moderna, per sapere la sua origine, chi l’ha costruito, e i motivi per i quali è stato eretto.
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