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Come rappresentante in Calabria del PPSD, un dovere morale mi impone di sostenere vigorosamente, nel nome di un Partito che ha come parole d’ordine Sicurezza e Difesa, le richieste legittimamente avanzate dal Segretario provinciale del Coisp di Crotone Massimo Lupo in ordine ai gravi episodi di violenza verificatisi presso i Centri di Accoglienza del Sant’Anna, con gravi ricadute sulla sicurezza di questo territorio, nonché sui suoi Operatori, che sono costretti ad operare in condizioni rischiose nonchè indecorose.
A fronte dell’intollerabile vicenda, è ormai divenuta un’esigenza irrinunciabile quella di compiere ogni possibile sforzo diretto ad apportare un radicale cambiamento al modo di comprendere e concepire il complesso tema della sicurezza.
Per far questo, occorre partire dal fatto che proprio sulla sicurezza l’attuale Governo nazionale ha costruito molta della sua campagna elettorale, promesse inattese tradotte in proclami, spot e norme ancora più farraginose o anticostituzionali, oltre a una politica dei tagli al comparto sicurezza che nei prossimi tre anni si aggira intorno ai 3 miliardi di euro.
Tutto ciò è valso a causare solo ed esclusivamente un grave scollamento tra il personale di polizia che ha sempre meno strumenti, meno mezzi, meno uomini e stipendi praticamente congelati.
Allora, credo che per costruire una efficace politica sulla sicurezza, sia necessario ripartire da qui, rimotivare e tornare ad investire in sicurezza”.
Con ciò voglio dire che se fin’ora non si è riusciti, a livello nazionale, a dar voce agli Operatori della Sicurezza, si cerchi di dar loro adito a livello regionale, attivando un tavolo di confronto con essi stessi, al fine di soddisfare le loro inviolabili istanze.
In particolare, ritengo che la problematica del Centro di Accoglienza del Cara di Sant’Anna esiga un’opera di coordinamento tra gli assessorati regionali alle Politiche Sociali e al Personale, rivolta, mediante la promulgazione di una legge regionale ad hoc, ad affrontare l’emergenza immigrazione e, al contempo, creare le condizioni affinché gli operatori del Comparto Sicurezza possano operare agevolmente.
Sono certa che seguendo quest’iter, l’attuale Governo regionale potrà dimostrare che è possibile costruire un “modello calabrese di contestuale accoglienza e sicurezza” contro l’improvvisazione e la prassi delle scelte verticistiche nazionali.
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