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Il microcredito è uno strumento finanziario di grande valenza, capace di favorire l’occupazione e l’inclusione sociale. Le banche devono essere più veloci nell’istruzione delle pratiche di finanziamento e devono comprendere appieno che il criterio di valutazione delle richieste non può essere quello che comunemente viene applicato nei prestiti alle imprese, ma deve, invece, tener conto del fatto che i clienti microcredito sono le cosiddette persone “non bancabili”, cioè incapaci di fornire garanzie.
È questo il concetto più espresso al seminario sul tema “Sistema creditizio e inclusione finanziaria: la sfida del microcredito” , che si è concluso stamattina, dopo la prima giornata di ieri, a Rende, nella sede della BCC Mediocrati. Se nella prima giornata dei lavori ha tenuto banco l’aspetto tecnico del seminario, una sorta di “istruzioni per l’uso”, con interventi di tecnici e di promotori di diverse microimprese, quella di stamattina ha assunto un aspetto più politico, anche per la presenza degli onorevoli Mario Baccini, presidente dell’Ente nazionale per il Microcredito, e Pino Galati.
È toccato al presidente di BCC Mediocrati, Nicola Paldino, aprire i lavori, in qualità di padrone di casa. Paldino ha sottolineato come siano già in opera ben 25 progetti, tutti della BCC Mediocrati, e di come il problema delle garanzie sia stato in qualche modo superato attraverso la figura del “garante morale”, grazie al sostegno della Chiesa. Paldino ha anche messo in evidenza come BCC Mediocrati sia l’unica banca italiana a cui il Fei ha concesso un fanting di 3 milioni di euro proprio per il microcredito. Il primo affondo contro le banche è arrivato da Bruno Calvetta, dirigente generale della Regione al dipartimento Lavoro, Famiglia e Politiche sociali.
È lui il primo, anche se l’aveva già fatto Sergio Campone, di Fincalabra, ieri, e lo farà, quasi alla fine dei lavori della mattinata, anche il suo presidente Umberto De Rose, a sollecitare gli istituti di credito verso un’accelerazione dei tempi delle pratiche. In più, Calvetta, ha portato una buona notizia: la Regione farà il fondo rotativo, notizia che avrebbe dovuto comunicare all’uditorio l’assessore regionale al Lavoro Francescantonio Stillitani, previsto in programma ma impossibilitato a venire. E il dirigente regionale ha anche aggiunto che «la Regione ha pensato ad un altro fondo di garanzia per garantire l’accesso al credito anche ad imprenditori. Anche per loro, come avviene già per il microcredito, si darà, così, la possibilità di restituire solo il capitale, fino a 30 mila euro, e nessun interesse».
Al coro contro i tempi lunghi delle banche si è unito anche Ernesto Madeo, presidente di Confcooperative di Cosenza, per il quale «troppo spesso il credito è rivolto solo a chi può offrire garanzie, senza tener conto del “talento” e dell’idea imprenditoriale». Per il presidente di Fincalabra, De Rose, nonostante il buon avvio del sistema microcredito, in Calabria «sono ancora molti a non conoscerne le possibilità operative. Occorre fare maggiore promozione e divulgazione».
A concludere il seminario è stato l’onorevole Mario Baccini, che ha sottolineato «come non si debba scambiare il microcredito con la lotta alla povertà. La funzione pubblica del nostro Ente – ha continuato Baccini – sta nell’individuare, tra le fasce deboli della società che intendono avvalersi dello strumento finanziario, coloro capaci di fare imprenditorialità. Noi li formiamo, li accompagniamo nella vita aziendale fino alla restituzione del denaro offertogli. La nostra funzione sta nel dare dignità a chi attinge al microcredito, nel lavorare per chi senza di noi non avrebbe speranza».
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