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Ieri mattina è morto nella sua abitazione di Cosenza Vincenzo Ziccarelli, già presidente della Provincia di Cosenza. Nella giornata di oggi, martedì 7 gennaio 2014, dalle ore 10 alle ore 16, la salma verrà esposta al pubblico nella sala del Consiglio Provinciale di Cosenza, dove sarà allestita una camera ardente.
“Con lui –ha detto il presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, visibilmente commosso- scompare una delle personalità cosentine e calabresi più alte ed importanti della drammaturgia contemporanea, assai apprezzata anche ben oltre i confini regionali.
Un uomo ed un intellettuale attaccato fortemente alle sue radici, amante della propria libertà e della propria autonomia che, attraverso il proprio impegno politico e culturale ha saputo parlare della Calabria e degli ultimi di questa terra in termini davvero originali e positivi. In tutte le sue opere, infatti, egli ha saputo mettere a nudo, a volte con sagacia ed ironia sferzante, altre con rabbia ed irritazione, quello che lui stesso amava definire “il disordine paralizzante” di questa terra.
Con grande sensibilità e delicatezza ha saputo indagare e portare alla luce i difetti più reconditi del nostro carattere, troppo spesso affetto da un male antico, il male dell’anima che è la morte lenta della speranza, il venir meno della fiducia in se stessi, la incapacità di sfidare il futuro, di uscire dall’inerzia e dalla rassegnazione. Descrivendo questo mondo chiuso, spesso incline alla commiserazione, incapace di ribellarsi, egli ha voluto esorcizzarlo, per rivendicare il diritto dei forti di spirito e di cuore agli spazi della partecipazione creativa”.
“Negli anni in cui guidò la prima giunta di sinistra della Provincia di Cosenza –ha aggiunto Oliverio- caratterizzò il proprio mandato istituzionale attraverso alcune battaglie importanti, rimaste nella memoria dei cosentini. Su tutte quella per la chiusura dell’ospedale psichiatrico di Nocera Inferiore. Fu lui che denunciò il dramma ed i maltrattamenti a cui venivano sottoposti gli internati, riuscendo a far chiudere definitivamente, con le sue denunce, quella sorta di ospedale-lager, che rappresentava un vero e proprio oltraggio all’umanità, alla dignità e alla libertà dell’uomo. Fu in quel periodo che nacquero su tutto il territorio provinciale i CIM (Centri di Igiene Mentale) e le Case Famiglia e la Provincia mostrò grande dinamismo e attenzione verso i problemi del lavoro, della cultura, della scuola, dell’ambiente e del sociale”.
“A Vincenzo Ziccarelli –ha concluso Oliverio- la città e la provincia di Cosenza e l’intera Calabria devono molto. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile. Faremo in modo che la sua opera, il suo straordinario contributo al teatro, all’arte e alla cultura, non vengano mai dimenticati o dispersi. Ai familiari giungano le mie più sentite ed affettuose condoglianze”.
Chi era Vincenzo Ziccarelli?
Di Vincenzo Ziccarelli Walter Pedullà, saggista e critico letterario calabrese, già Presidente della RAI negli anni novanta, diede la seguente definizione: “Vincenzo Ziccarelli è una miscela di fede alla maniera di Gioacchino da Fiore, di tenace attaccamento ai princìpi secondo Tommaso Campanella e di ansia di assoluto quale è quella che Corrado Alvaro attribuisce ai suoi corregionali.” Con lui la vita non è stata mai generosa. Prima subì la perdita improvvisa e tragica di un figlio in giovanissima età, poi vennero il dolore e la sofferenza per la moglie ammalata alle cui cure Vincenzo si è completamente dedicato, fino alla dolorosissima scomparsa dell’amata consorte
Neanche la sua città fu benevola con lui poiché, per troppo tempo, trascurò la sua produzione artistica e letteraria, nonostante egli fosse uno dei pochi autori calabresi a cui, qualche anno fa, la rivista “Sipario”, che è una sorta di “bibbia” del teatro italiano, dedicò un intero numero monografico, in cui si trova racchiusa e sintetizzata tutta la sua produzione teatrale.
Tra i suoi testi più celebri, divenuti poi anche apprezzati allestimenti teatrali, ricordiamo, in particolare: “Un caso di morte apparente”, “Francesco e il Re” (memorabile la prima versione con Nando Gazzolo e Salvatore Puntillo), poi ripreso a distanza di anni da Ugo Pagliai, Paola Gassman e Philippe Leroy, “Signori, la mafia!”, “La casa di pietra” (che al suo debutto fu interpretato dal compianto Gianni Musy), “Volevo conoscerti meglio”, “Cristina ‘a spedesa”, titolo cult che collezionò una serie ininterrotta di repliche al teatro “Rendano”, totalizzando circa 50 mila spettatori, che vide protagonista, nel suo primo storico allestimento, la svedese Solvi Stubing, diventata famosa per aver interpretato lo spot della Birra Peroni.
Cristina ‘a spedesa ebbe anche il privilegio di essere replicato per un’intera settimana al Piccolo Eliseo di Roma, primo lavoro in dialetto calabrese ad essere rappresentato nei circuiti ufficiali dei teatri della capitale.
Apparentemente schivo e solitario, Ziccarelli è stato anche un politico tenace e coraggioso, profondamente autonomo ed onesto intellettualmente.
Rivesti la carica di consigliere comunale a Palazzo dei Bruzi, fu presidente della Provincia di Cosenza e, da ultimo, fu Presidente del Teatro Stabile di Calabria, l’allora Consorzio Teatrale Calabrese.
La sua battaglia più bella, che fu anche l’ultima, combattuta per una giusta causa, fu il suo impegno a sostegno della campagna di solidarietà nei confronti dell’amico scrittore calabrese Saverio Strati, costretto a vivere ai limiti dell’indigenza nella sua casa di Scandicci a Firenze, a cui grazie proprio a quella mobilitazione che vide Vincenzo Ziccarelli in prima linea, venne riconosciuto il vitalizio previsto dalla legge Bacchelli.
Recentemente la Commissione Cultura del comune di Cosenza gli aveva attribuito una targa-tributo per la sua attività culturale e politica.
Proprio in quell’occasione, prima di congedarsi, Ziccarelli disse di sé: “sono un pessimista che si dà forza e mi sento a volte come quel pugile interpretato da Vittorio Gassman nel film “I mostri” di Dino Risi che resiste ad oltranza per evitare di finire al tappeto ed esclama “son contento!”.
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