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Una conferenza molto partecipata (erano presenti oltre 80 lavoratori) quella organizzata dal Partito Sicurezza e Difesa e svoltasi ieri mattina nella sede cosentina delle Ferrovie della Calabria, con l’obiettivo di dare voce ai disagi dei lavoratori dell’azienda.
Il Psd, come specificato dal suo segretario regionale Filomena Falsetta, ha infatti scelto Talarico come referente e portatore delle istanze del partito a palazzo Campanella, in attesa di creare un proprio sindacato autonomo che possa sedere allo stesso tavolo con le istituzioni e i vertici delle Fdc per proporre soluzioni alla crisi del settore ferroviario.
Le linee guida scelte dal Ministero dei Trasporti per abbattere il deficit delle ferrovie non lasciano alcun dubbio: indicano con chiarezza che ci sarà un drastico ridimensionamento del servizio pubblico: in tutta Italia ci saranno tagli per 3,3 miliardi di euro, in Calabria molte tratte a basso traffico verranno chiuse, altre mantenute solo per fini turistici.
I lavoratori subiranno la disdetta degli accordi sindacali (o, nella migliore delle ipotesi, dovranno rinegoziare al ribasso i diritti ottenuti con fatica) e dalle loro buste paga spariranno definitivamente i ticket restaurant, che già non ricevono da otto mesi.
Un piano di lacrime e sangue – secondo Talarico – che certifica l’agonia dell’azienda. Nel frattempo, denuncia il consigliere regionale, la giunta Scopelliti non attiva il credito di 2,5 milioni di euro annui che spetterebbe per legge alle Fdc: un danno che non colpirà solo i lavoratori, ma si ripercuoterà pure su tutti quei cittadini, in particolare quelli delle aree interne o montane, che hanno come unico strumento di mobilità il trasporto pubblico.
Talarico non si ferma qui: critica infine l’attuale progetto della metro leggera tra Cosenza e Arcavacata, giudicandolo monco perché più utile come strumento propagandistico (magari bipartisan) che come infrastruttura: “Servirà collegarla ai binari che portano a Catanzaro e Germaneto, altrimenti sarà solo una tratta tra due stazioncine”. Cita quindi uno studio dell’Università Mediterranea secondo il quale, con gli stessi soldi che si spendono per sistemare un Km della SA-RC, si potrebbero fare interventi sulle linee ferroviarie che permetterebbero di viaggiare col treno da un capoluogo all’altro in un’ora e venti. “Non c’è un centesimo dei fondi Por – conclude – destinato alla linea da Cosenza a Catanzaro, però”.
Il segretario regionale del Psd Filomena Falsetta, non usa mezzi termini nel rimarcare la responsabilità dell’azienda in ordine ai gravosi disagi in cui versano i suoi dipendenti.
Secondo Falsetta, l’azienda, unitamente alle associazioni di categoria, continua ad eludere le sue responsabilità, mirando ad assicurarsi le risorse pubbliche e non preoccupandosi della qualificazione dei servizi offerti. Tale comportamento è a danno dell’intero sistema economico non soltanto dell’azienda stessa, ma di tutta la regione. Ciò vuol dire, quindi, che gli amministratori delle ferrovie devono iniziare ad impegnarsi per sciogliere i nodi strutturali della crisi e per contrastare una politica che fa pagare i disservizi sui suoi dipendenti e sulla comunità regionale.
Difatti, continua Falsetta, l’antipolitica praticata dal centrodestra ha riversato sul settore dei trasporti enormi problemi e contraddizioni, determinando una situazione di grande difficoltà. I trasporti, che potevano rappresentare un rilevante fattore di sostegno allo sviluppo, sono stati lasciati senza interventi di programmazione pubblica, senza regole e con risorse inadeguate, anzi, il Governo ha ridotto le risorse ad un livello che, se non corretto, farà precipitare l’intero settore in una crisi irreversibile.
Il Psd – prosegue Falsetta – ha scelto l’On. Talarico come referente del partito in Consiglio regionale perché ha individuato in Lui quel catalizzatore morale e quella sede istituzionale in grado di compiere quelle scelte necessarie intese a dare risposte concrete alle continue domande di tutela, di sicurezza nel domani e di crescita professionale che i lavoratori esprimono.
“Avremmo potuto – conclude il segretario regionale del Psd – svolgere questa iniziativa in qualsiasi altro luogo, ma abbiamo avvertito il profondo dovere morale di essere vicino ai lavoratori nel loro luogo di lavoro, per dare un segnale forte e condiviso della nostra volontà di contribuire a cambiare la situazione di un azienda in piena crisi, compiendo ogni sforzo per far riemergere il valore centrale del lavoro, e dei diritti e delle libertà ad esso connessi. E’ questo il fondamentale compito della politica”.
Poi è stata la volta dell’Avv. Giacomo Fuscaldo, referente del Psd per le aree montane nonché Presidente del Circolo G. Falcone di Idv di San Giacomo d’Acri, il quale ha dichiarato: da sempre appartengo al mondo della sinistra, e mi duole constatare che non ci sono più i partiti di massa al fianco dei lavoratori. Assistiamo continuamente ad una politica di conservatori, che per ovviare ai problemi del lavoratori procede a sconcertanti ed illegittimi TAGLI.
Invece – continua Fuscaldo – il compito della politica deve essere quello di proteggere i lavoratori, sforzandosi di ricercare soluzioni alternative, quelle soluzioni che il centrodestra è incapace di adottare. La nascita del Psd in Calabria dimostra che qualcosa sta muovendosi.
Occorre ricominciare praticando politiche oneste, fornendo risposte adeguate…venga qui il caro Mattioli, che tra un bunga bunga e l’altro, se ne sta in silenzio…
“E’ indispensabile – conclude Fuscaldo – alla luce del dramma che stiamo vivendo, indire tavoli di confronto con i lavoratori, al fine di renderli parte integrante dei processi istituzionali”.
Presente alla conferenza anche il responsabile regionale del Dipartimento Lavoro del Psd Daniele De Cicco, il quale ha espresso la necessità di condividere i problemi seri dei lavoratori.
L’azienda – dichiara de Cicco – viene martoriata con un bilancio di deficit pari a 60.000.000 di Euro. Lavoratori che si sacrificano, capifamiglia che fanno i salti mortali per andare avanti…occorre rilanciare l’economia, predisponendo i fondi necessari per le aree disagiate.
Il posto di lavoro – conclude De Cicco – non si tocca, in caso contrario, sarebbe un attentato alla Costituzione. E’ giunto il momento che i politici si facciano carico delle loro colpe.
Infine, la parola alla Coordinatrice regionale dei Giovani del Psd Stefania Sansone, la quale ha constatato che le ferrovie della Calabria vivono dei momenti di incertezza organizzativa ma, soprattutto, registrano delle gravi sofferenze finanziarie che ne stanno condizionando l’attività aziendale, rendendo la situazione nel comparto una grave emergenza.
Non solo – prosegue Sansone – si riscontra un diffuso deficit infrastrutturale delle ferrovie, caratterizzato da numerose interruzioni, da lenti interventi di ripristino e dai diffusi disagi arrecati alle comunità interessate, ma si rileva anche la scarsa attenzione del ceto politico ed istituzionale a tale problematica.
Tutto ciò evidenzia quanto sia stata disastrosa la “Politica dei Trasporti” attuata nel corso degli anni, la quale non si è preoccupata del settore compiendo i sufficienti investimenti atti a sostenere la conservazione e l’ammodernamento infrastrutturale della rete dei trasporti che risulta essere essenziale per garantire la piena accessibilità ai territori interessati.
Tutto questo desta, ovviamente – continua Sansone – la preoccupazione in primis dei lavoratori del comparto ma, anche, della società stanchi di assistere al lento declino di queste infrastrutture, con conseguente difficoltà nell’espletamento dei servizi e disagi per i cittadini che ne fruiscono.
È alla luce di ciò che i giovani del PSD ritengono che potenziare ed ammodernare il sistema ferroviario ed il sistema di trasporto su gomma rappresenti un passaggio essenziale per valorizzare il territorio calabrese.
Ma ciò che più conta, alla luce dei valori che contraddistinguono i giovani che rappresento che sono, poi, quelli mirabilmente espressi dalla nostra Carta Costituzionale, è che la semplice presa di coscienza da parte delle istituzioni politiche e dei vertici aziendali delle difficoltà finanziarie della Società Ferrovie della Calabria non sia fine a se stessa e soprattutto non si ponga come ragione giustificatrice del sacrificio richiesto ai lavoratori del comparto di sopportare il peso maggiore dei correttivi economici da apprestare.
Lavoratori, molti dei quali sono giovani, che già sopportano il peso di una situazione occupazionale alquanto precaria. Non si può pretendere che oltre alla frustrante consapevolezza di non potersi creare un futuro stabile a lungo termine debbano sostenere il peso di politiche aziendali che rispondono solo alle brutali regole del mercato.
La tutela dei lavoratori e la salvaguardia del loro reddito – conclude Sansone – sono e devono rimanere prioritarie anche nel momento in cui si scelgono e si attuano le politiche che l’azienda a le istituzioni si propongono di realizzare in questa delicatissima situazione.
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