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Nel 2010 in Calabria le esportazioni sono cresciute di appena lo 0,6% rispetto al 2009 (quando si registrò una caduta del 18%), la vivacità imprenditoriale si rivela più contenuta (+0,75%), segnalando un’inerzia del sistema produttivo che non subisce un tracollo ma non riesce neanche ad agganciare la fase espansiva del ciclo economico come invece sta avvenendo per le aree più dinamiche del Paese, il trend occupazionale nell’ultimo biennio è in netto peggioramento con l’occupazione che, nel terzo trimestre dell’anno raggiunge il minimo storico degli ultimi cinque anni. La Calabria conta nel 2010 in media 573 mila occupati, 13 mila in meno rispetto al 2009.
Si registra un maggiore ricorso alla Cassa Integrazione guadagni straordinaria. L’industria perde 8 mila addetti (-6,9%) accusando un contraccolpo della crisi ben più forte in termini relativi di quello, pure significativo, che si osserva a livello nazionale (-3%) e centro settentrionale (-2,4%). L’unico comparto che in Calabria mostra una congiuntura positiva dell’occupazione è l’agricoltura, dove gli occupati aumentano di 6 mila unità nel corso dell’anno.
Sempre nel 2010 il tasso di occupazione regionale è diminuito di circa un punto percentuale, passando dal 43,1 al 42,1. In Calabria, le persone in cerca di occupazione, i cosiddetti disoccupati in senso stretto, sono 3 mila in più rispetto al 2009 ed hanno raggiunto la soglia delle 78 mila unità.
Sono questi i primi dati dello studio di Confindustria Cosenza “Non ancora fuori dalla crisi. Rapporto sull’economia calabrese 2010″ (Collana studi&documenti, 2011) che verrà presentato domani (18 luglio 2011) nella sede degli Industriali cosentini alle ore 18,00 in occasione del convegno “Mezzogiorno/Calabria. Come uscire dalla crisi“.
Dopo l’introduzione dei Presidenti di Confindustria ed Ance Cosenza, Renato Pastore e Natale Mazzuca, illustrerà il Rapporto sull’economia calabrese la professoressa Rosanna Nisticò che ne ha curato la stesura ed insegna Economia Politica all’Università della Calabria. Animerà la discussione l’economista e Vice Direttore dello Svimez Luca Bianchi mentre sarà il Presidente della Giunta della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti a trarre le conclusioni. Modererà i lavori il Direttore di Confindustria Cosenza Rosario Branda.
Nella prefazione al Rapporto sull’economia curata dal Direttore degli Industriali cosentini Branda si legge che “nel prossimo futuro il mondo conoscerà numerose fasi connotate da accesa turbolenza, con conseguenti sconvolgimenti degli andamenti standard dei cicli economici. Sarà sempre di più questo lo scenario entro il quale gli imprenditori dovranno imparare a muoversi, non solo per competere con successo ma per garantire la stessa sopravvivenza delle proprie aziende. In un’economia dilatata e senza confini in cui la competizione non è più puntuale ma fra sistemi – si legge ancora nella prefazione di Rosario Branda – c’è la necessità di dotarsi di politiche globali e di contesto tese a coniugare sviluppo economico e crescita sociale, competitività locale e competitività di sistema. Cosa fare per cambiare pagina e concorrere alla ripresa economica dei nostri territori?
Nella prefazione allo studio “Non ancora fuori dalla crisi” il Direttore di Confindustria Cosenza propone di “pensare alla Calabria e al Sud come ad un laboratorio di riferimento per le iniziative d’impresa attraverso una fiscalità di vantaggio che sia semplice, etica e che possa contare su una attivazione trasparente degli strumenti agevolativi. Una Calabria e un Mezzogiorno destinatari di politiche ed investimenti per la crescita del capitale umano: istruzione, conoscenze, competenze. Un sistema territoriale che sappia attrarre investimenti grazie a politiche integrate e di contesto che finanzino lo sviluppo e una Pubblica Amministrazione pronta ed attrezzata ad offrire un livello di servizio pari al resto del Paese.
Tutto questo – scrive Rosario Branda – insieme ad un piano di modernizzazione teso alla realizzazione di infrastrutture regionali ed interregionali capaci di collegare il Sud al Nord dell’Italia ed all’Europa e che ponga particolare attenzione al rapido sviluppo delle infrastrutture immateriali quali la banda larga e le strutture di ricerca e sviluppo tecnologico, essenziali per i processi di innovazione. Le opzioni strategiche e le conseguenti azioni da intraprendere dovranno saper fornire risposte credibili ed affidabili rispetto alla necessità di operare momenti di discontinuità e di riposizionamento della politica fin qui seguita in materia economica e di sviluppo locale. Occorre recuperare la volontà di un protagonismo attivo e coinvolgente che porti a riaffermare il desiderio condiviso di voler concorrere a trainare lo sviluppo”.
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